Acciaieria a San Giorgio, assieme ai 13mila "no" dei comitati c'è anche quello del Pd
Francesco Martines e Massimiliano Pozzo: "Necessaria una visione su futuro della Ziac. No a impianto siderurgico in Aussa Corno, sì alla politica industriale". Le sei dem per lo sviluppo di politiche coerenti con sostenibilità ambientale e sociale
"No all'acciaieria a San Giorgio di Nogaro, non sostenibile a livello ambientale", "sì a un piano di potenziamento e tutela della laguna", "sì al rafforzamento della politiche industriali, perché Fedriga e la sua Giunta non hanno una visione sul tema". È questa la sintesi, un no – pesante, ma deciso – e due sì, dell'incontro organizzato oggi dal Pd a Udine. A discuterne i consiglieri regionali Francesco Martines e Massimiliano Pozzo, assieme all'aspirante consigliera (poi non eletta) Maria Rosa Girardello, maranese ed esperta delle vicende che riguardano l'ipotesi di un impianto siderurgico nella zona di Porto Nogaro, realizzato da Metinvest-Danieli. Oltre al no dem c'è anche quello dei comitati. Giovedì saranno consegnate le 13mila firme dei contrari all'impianto, raccolte in tutta la regione, in particolare nella Bassa.
"Approccio inadeguato"
"A fronte di un approccio quantomeno inadeguato della Giunta Fedriga sul futuro sviluppo economico e industriale del territorio friulano e dell'imbarazzante gestione sul progetto di realizzazione di un mega impianto siderurgico ipotizzato nella zona industriale dell'Aussa Corno, il Partito democratico – hanno spiegato Pozzo e Martines – chiede trasparenza e coinvolgimento del territorio e propone un documento programmatico in sei punti, per garantire uno sviluppo industriale ed economico rispettoso della sostenibilità ambientale, sociale e culturale del territorio. Per quella fascia servono risorse finanziarie di almeno 200 milioni di euro su base decennale". "Non una cifra esagerata – ha riflettuto Martines – se consideriamo che parliamo di 20 milioni all'anno".
Il documento presentato dal Partito democratico
Le presunte lacune di Bini
"Nonostante la portata della vicenda, l'assessore Bini ha trascurato totalmente di farsi carico di una proposta lungimirante all'interno di una visione di politica industriale e il presidente Fedriga ha concorso gravemente, evitando a sua volta di dare il benché minimo segnale sul futuro dell'industria regionale" hanno detto Martines e Pozzo. "Oggi, di fatto il territorio della Bassa Friulana, i suoi cittadini e gli amministratori sono stati lasciati soli, senza l'adeguata comunicazione di obiettivi e di effetti concreti sul previsto insediamento industriale, generando una fondata preoccupazione". Il tema sarebbe stato tenuto sottotraccia appositamente secondo i due consiglieri, ma uno dei potenziali investitori – nel caso specifico Danieli – nel corso della campagna elettorale, tramite un suo legale ha inviato a Martines, secondo quanto da lui riferito, una diffida a trattare il tema. Per i due esponenti dem "è necessaria una visione e una proposta credibile in linea con l’ormai imprenscindibile transizione ecologica ed energetica ,che il Pd offre alla comunità regionale e a tutti i soggetti coinvolti".