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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Palmanova

Wwf: "No all'ampliamento dell'outlet di Palmanova. E' solo un danno!"

L'associazione ambientalista si dichiara preoccupata per il consumo sfrenato del suono, per la desertificazione dei centri urbani, per la creazione di posti di lavoro precari e la crescita del consumismo

Tre comuni della bassa - Visco, Aiello e Bagnaria Arsa - esultano per le prospettive di ampliamento dell’outlet sorto alcuni anni or sono presso Palmanova. La logica sembrerebbe quella resa esplicita dal sindaco di Aiello che dice: l’ampliamento è l’unica strategia competitiva possibile a fronte di ampliamenti di centri commerciali concorrenti.

Il Wwf fa alcune riflessioni sull'argomento. In primo luogo relativa al consumo del territorio, considerato un danno rilevantissimo per il settore primario (unico segmento produttivo considerato in fase di rilancio e certamente l’unico in crescita occupazionale) ed un danno rilevantissimo per l’ambiente, che ha subito, negli  ultimi decenni, una sconvolgente  cementificazione della quale i centri commerciali  e le infrastrutture al loro servizio, sono tra i principali responsabili. Il Friuli Venezia Giulia, che nell’anno 2000 ha raggiunto un’urbanizzazione pro capite pari a 576 metri quadrati per abitante contro una media italiana di 379 mq/ab.
 
Ma anche i dati relativi all’occupazione, così enfatizzati dai sindaci, meritano qualche considerazione di approfondimento, almeno per rilevare, come l’ampliamento dei centri commerciali sia in stretta correlazione con la chiusura dei negozi di vicinato. Per non parlare poi della qualità dei posti di lavoro offerti dalla costruzione e gestione dei centri commerciali: sul loro livello di precarietà, elevato; sul livello di retribuzione e di trattamento socio assistenziale, assai mediocre; sul livello di professionalità richiesto,  molto spesso basso e poco coerente con un livello di scolarizzazione medio regionale, molto alto.
 
Ma un approfondimento lo si dovrebbe fare anche in merito a due ulteriori fenomeni indotti dalla realizzazione dei centri commerciali: la desertificazione dei centri urbani storici  e l’alimentazione della spirale consumistica, in particolare  presso i giovani,  che trovano nel centro commerciale il luogo aggregativo nel quale trascorrere un tempo libero mortificato dalla sua funzionalizzazione produttiva  ai meccanismi del commercio.
 
 

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