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Cronaca

Social network e cyberbullismo, la guerra dei like e i profili fake dei giovanissimi

Numeri preoccupanti da "Una vita da Social": 5 ragazzi su 6 controllano sempre chi mette like ai loro post mentre 1 minore su 2 è vittima di violenze

E’ arrivata anche nella nostra regione la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

A Udine

Nella mattinata odierna il truck ha sostato in Piazza Libertà a Udine, accompagnato dagli agenti della Polizia Postale, diretti da Manuela De Giorgi, Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni del Friuli Venezia Giulia.
Come testimonial dell’evento, i giocatori dell’Udinese Calcio, Rolando Mandragora e Jan Kubala, hanno manifestato la vicinanza del mondo dello sport, ed in particolare della squadra di calcio friulana, alla Polizia di Stato ed al mondo giovanile, parlando con i tanti studenti presenti di sport e dell’uso consapevole del web e della tecnologia.
Non sono mancati i saluti agli studenti ed agli insegnanti da parte del Procuratore della Repubblica, Antonio De Nicolo, del Questore di Udine, Manuela De Bernardin, di. Emanuele Bertoni, dell’Ufficio Scolastico Regionale, e di. Pietro Fontanini, Sindaco di Udine, città che ha collaborato all’ottima riuscita della manifestazione odierna, arricchita anche del patrocinio del Comune.

I ragazzi coinvolti

L’appassionata partecipazione dei ragazzi ha coinvolto tutti in un entusiasmante incontro, occasione in cui poliziotti e giovani hanno condiviso le esperienze professionali e di vita, con l’apporto anche degli agenti della Polizia Stradale di Udine e della Polizia Scientifica, che hanno intrattenuto i giovani con interessanti dimostrazioni specifiche delle rispettive specialità. Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, che nel corso delle precedenti edizioni ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 2 milione di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 220.000 genitori, 125.00 insegnanti per un totale di 17.000 Istituti scolastici, 300 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 127.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.

L'obiettivo

Ancora una volta la Polizia di Stato scende in campo al fianco della scuola per un solo grande obiettivo: ”fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie,  non faccia più vittime”. L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo. Da L’Aquila a Palermo, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età. Capire i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile. Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. Sempre più sono i giovanissimi a rischio solitudine che per ore su Internet incontrano altri internauti altrettanto solitari che, a volte, sono già stati contagiati dai “pericoli del web”. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, l’idea di sentirsi “anonimi”, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Per fare della Rete un luogo più sicuro occorre continuare a diffondere una cultura della sicurezza online in modo da offrire alle nuove generazioni occasioni di riflessione ed educazione per un uso consapevole degli strumenti digitali.

I numeri dei social

I social network infatti sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager. 
Dalla ricerca di Skuola.net per "Una Vita da Social", però, emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti. Emerge infatti che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso: sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne 1 oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).

I like

Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei like di costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48%) quelli che non ricorrono mai al like tattico, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.
 

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