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Cronaca Centro / Via Treppo, 4

In via Treppo nove pietre d'inciampo in memoria dei poliziotti deportati

Venerdì 22 aprile davanti all'ex sede della questura di Udine verranno posate le "stopelsteine" per ricordare i militari che persero la vita nei campi di concentramento nazisti

Nove pietre d’inciampo in memoria degli agenti della Polizia che morirono nei campi di sterminio nazisti saranno posate venerdì 22 aprile, alle ore 10 e 30 in via Treppo 4, dove si trovava la sede della Questura. La cerimonia avrà luogo alla presenza del capo della Polizia di Stato Lamberto Giannini, il prefetto di Udine Massimo Marchesiello, il sindaco Pietro Fontanini, la questore Manuela De Bernardin ed altre autorità. Da venerdì e fino al 30 aprile sarà anche possibile visitare liberamente la mostra “2022 – Pietre d’inciampo a Udine”, negli orari di apertura del conservatorio, allestita nei locali di via Treppo 4, dove sarà anche disponibile gratuitamente il catalogo. Saranno esposte, tra l’altro le uniformi originali della Polizia, risalenti all’epoca storica della guerra di liberazione.

Cosa accadde

Nel 1944 la Questura di Udine fu interessata da rastrellamenti da parte delle SS naziste, che portarono all’arresto di una quarantina di funzionari, guardie di pubblica sicurezza e personale civile: dieci furono deportati nei campi di sterminio e nove di essi non fecero più ritorno a casa.

Il progetto Stolpersteine

Il progetto Stolpersteine, in Italia chiamate pietre d'inciampo, nasce nel 1995 dalla volontà dell'artista tedesco Gunter Demnig che vuole ricordare le vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione. Le pietre sono distribuite in tutta Europa: un segno visibile nel tessuto urbanistico e sociale delle diverse città. La prima fu posata a Colonia in ricordo di mille tra Sinti e Rom deportati nel maggio del 1940. Solo in Italia, dal 2010 a oggi, le pietre posizionate sono oltre 500. La memoria consiste in una piccola targa d'ottone della dimensione di un sampietrino,10 per 10 centimetri, posta davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, la data, l'eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. 

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