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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Venticinque anni fa dal Friuli il primo riconoscimento per Slovenia e Croazia indipendenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Se la stampa regionale del Friuli Venezia Giulia non aveva ritenuto di dare alcun peso alla notizia, di diverso parere si manifestò allora il giornalismo trentino-tirolese. Il bolzanino "Dolomiten" del 22 luglio 1991 intitolava, infatti, un articolo "Friaul steht zu Slowenien und Kroatien" (trad. it. "Il Friuli sta con la Slovenia e la Croazia") riportando menzione di un singolare riconoscimento civico spontaneo inviato da rappresentanze della società civile friulana ai Capi di Stato delle Repubbliche slovene e croata dichiaratesi indipendenti dalla Jugoslavia il 25 giugno dell'anno stesso. Si trattava di un nutrito gruppo di associazioni friulane raccoltesi sotto l'insegna di un coordinamento territoriale vagamente ispirato all'antico Parlamento della Patria del Friuli di cui portava il nome in tre lingue (friulano, sloveno, tedesco), proposto nel 1990 dal giovane Alberto Travain, allora studente universitario udinese e costituente una delle tappe della trentennale storia d'impegno civico-culturale riassunta oggi dal movimento del "Fogolâr Civic". Nel 1991 quel "Parlament de Patrie dal Friûl / Skupsčina Furlanske Domovine / Parlament des Heimatlandes Friaul" era retto dall'ing. Ennio Valdevit, impegnato mitteleuropeista, affiancato dalla prof.ssa Cornelia Puppini, già prima "consigliera" regionale del Friuli Venezia Giulia, e dal succitato giovane Travain. Venticinque anni fa, insomma, prima della Germania e del Vaticano che anticiparono in questo caso l'Italia e la Comunità Europea, fu il civismo friulanista il primo a riconoscere moralmente l'indipendenza di Lubiana e Zagabria. "Lis fradais che a scombatin par difindi l'identitat e i dirits dai popui storics dal Friul a saludin cun gjionde l'indipendence de Vueste Natsion, Us augurin ogni ben pal avigni e a condanin l'agression de armade federal" recitava in friulano oltreché in sloveno e croato il testo del messaggio indirizzato il 29 giugno 1991 alle Presidenze dei due Paesi storicamente molto legati alle vicende del Friuli e della Madre Aquileia.

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