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Giovedì, 25 Aprile 2024
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L'Università di Udine dopo tre edizioni nega il patrocinio al Fvg Pride, ma gli universitari non ci stanno

Dopo il diniego dei Comuni di Pordenone e Gorizia è arrivato anche quello delle Università di Udine e Trieste che hanno definito il Manifesto del Fvg Pride "troppo politico"

Come prevedibile, il Fvg Pride sta incassando un "no" dietro l'altro rispetto alle richieste di patrocinio. Il Comune di Pordenone, città dove si svolgerà la parata finale del 10 giugno, lo aveva annunciato da tempo. A sorprendere gli organizzatori è stato però il diniego arrivato dalle Università di Udine e Trieste. "Dopo aver patrocinato il Fvg Pride nelle edizioni precedenti, anche l’Università di Udine e l’Università di Trieste fanno marcia indietro e negano il proprio supporto al Pride, il momento di massima espressione dell’orgoglio, della visibilità e delle rivendicazioni della comunità LGBTQIA+ della Regione", si legge in una nota inviata dagli organizzatori e dalla organizzatrici. "Mentre il governo perseguita le famiglie arcobaleno, l’Università di Udine si preoccupa di smarcarsi dagli “attacchi diretti alle maggioranze politiche democraticamente elette e, talvolta, anche a specifici esponenti delle istituzioni"", continua la nota. 

"Negare il patrocinio al Pride è avallare l'omolesbotransfobia"

Università no, studenti e studentesse sì

Ma mentre le due università prendono una posizione, le associazioni studentesche vanno nella direzione opposta. A comunicare il loro appoggio alla manifestazione è, infatti, l'Unione degli universitari, tra l'altro neo vincitrice delle elezioni studentesche dell'ateneo udinese. 

"Come associazioni universitarie scenderemo in piazza con il Fvg pride e, dopo il diniego dell'Università di Udine e di Trieste lo faremo ancora più convintamente", si legge sui social. "Alle università che dicono che il manifesto è troppo politico, rispondiamo che il Pride è per definizione un atto politico: il primo Pride è infatti avvenuto a New York, con i famosi moti di Stonewall: il primo atto di ribellione a una situazione insopportabile di soprusi e discriminazioni in contesto socio-politico. Avere le “carriere alias” non basta. È facile schierarsi della parte della comunità LGBTQIA+ parlando astrattamente di uguaglianza, ma il motivo per cui ancora esistono i Pride, anche nella nostra regione, è che all’atto pratico questa uguaglianza non c’è e anzi, spesso è ostacolata proprio da quelle amministrazioni che invece avrebbero il compito di tutelare ogni cittadino". 

"Una narrazione di parte"

Come di consueto, quando si tratta di certi temi, non mancano i commenti politici. "Siamo al cospetto di una narrazione nettamente di parte, vittimistica e fuorviante. La polemica suscitata dalla decisione delle Università di Udine e Trieste di negare il patrocinio al Fvg Pride deve indurci a riflettere: una certa sinistra vuole piegare il concetto di libertà e difesa dei diritti civili alla sua ideologia. Essere liberi e difendere i diritti per loro significa assecondare i piani che cercano, in modo surrettizio, di sviluppare e chi si pone in una posizione terza - non ostile, semplicemente chiede di restare al di fuori del dibattito - diventa un nemico da combattere e, possibilmente, abbattere". Così si esprime in una nota Roberto Novelli, consigliere regionale di Forza Italia.

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