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Cronaca

Università e imprese, collaborazione più stabile

A ottobre partirà un progetto per migliorare la conoscenza dell'offerta di formazione ricerca e servizi dell’ateneo e coordinare le diverse aree di attività che coinvolgono le imprese

Creare un sistema che permetta alle relazioni tra università di Udine e imprese del Friuli Venezia Giulia di diventare più sistematiche e istituzionali per sfruttare e mettere in comune tutte le potenzialità che l’ateneo e il territorio offrono.

Con questo obiettivo il rettore dell'Ateneo friulano Alberto Felice De Toni insieme alla delegata al Corporate Academy Maria Chiarvesio hanno chiamato a raccolta tutte le associazioni di categoria del Friuli Venezia Giulia. Hanno risposto all’appello otto associazioni, i cui 15 rappresentanti si sono ritrovati con entusiasmo e partecipazione nelle sale dell’ateneo per quello che è stato il primo incontro-confronto così ampio su questi temi.

“I nostri ricercatori lavorano più con le grandi imprese internazionali che con le Pmi locali – ha detto De Toni –, dobbiamo fare qualcosa di concreto insieme per migliorare anche questa collaborazione. Per questo abbiamo fortemente voluto questo primo momento di confronto e di identificazione dei problemi aperti, per poi arrivare a proposte operative e a un progetto che dovrà partire ad ottobre”.
 
Lo sviluppo di una partnership tra imprese e università non parte da zero. “Le relazioni sono molte – ha sottolineato Chiarvesio – ma non sempre sistematiche e integrate e talora legate soltanto a rapporti personali. Con la conseguenza che molte imprese non conoscono a fondo il potenziale di offerta dell’università, anche perché i punti di contatto tra i due mondi non sempre sono facilmente identificabili”.
 
Il progetto dovrà quindi migliorare la conoscenza dell’offerta di formazione, ricerca e servizi dell’ateneo, coordinare le diverse aree di attività che coinvolgono le imprese per accrescere le sinergie nei campi della formazione, del placement, della ricerca e dei servizi. Le iniziative possono partire da scambi molto semplici, a partire dai progetti di stage (non ha voluto mancare all’incontro anche il delegato al placement, Marco Sartor) e di tesi di laurea, per proseguire poi con corsi di formazione all’interno delle imprese, voucher per progetti di ricerca e collaborazioni in progetti europei. Il tutto però in un’ottica che garantisca un percorso preciso e certificato, per arrivare a quella caratteristica di sistematicità e coordinamento delle relazioni che oggi ancora manca.

 

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