Caso Unabomber, problemi per l'inchiesta: stop alle analisi
Sono state interrotte quasi da subito le ricerche di tracce biologiche
Prima battuta d'arresto per le nuove indagini sul caso Unabomber e sui 34 attentati avvenuti nel Nord Est – provincia di Udine compresa – tra il 1994 e il 2006. Le operazioni, cominciate nei laboratori del Ris di Parma, sono state interrotte. Il motivo? L'elenco dei reperti, inserito nel conferimento d'incarico per cercare eventuali tracce biologiche, non coincide con alcuni consegnati ai due periti nominati dal Gip, ovvero il colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris, e la professoressa Elena Pilli, antropologa molecolare forense dell'Università di Firenze. Lo riportano sia Il Gazzettino che il Messaggero Veneto. L'incidente probatorio, disposto dal gip Luigi Dainotti su richiesta della Procura della Repubblica di Trieste per cercare eventuali tracce genetiche sui reperti con le nuove tecnologie, è stato avviato il 28 marzo. Nel quesito posto dal Gip sono elencati dieci reperti, tra cui ordigni inesplosi, che riguardano altrettanti attentati commessi tra il 6 marzo 2000 a San Vito al Tagliamento e il 28 ottobre 2007 a Zoppola. Ma gli involucri giunti nei laboratori d'analisi contenevano anche altro materiale, che la Procura non aveva chiesto di esaminare. È stato Lago a informare il Gip inviando una nota in cui si recepiscono le osservazioni che i consulenti di parte hanno avanzato all'apertura degli involucri.