rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
l'eredità / Pozzuolo del Friuli

Un anno senza Pierluigi, tra il peso della sua eredità e il desiderio di esserci anche per lui

Il 15 maggio 2022 ci lasciava Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro Balducci: uomo di chiesa, di accoglienza, di dialogo e di conoscenza, che tanto manca al Friuli

Una parola rimbomba, tra le altre, ormai da un anno. Eredità. Il 15 maggio del 2022 Pierluigi Di Piazza ha cessato la sua vita terrena e in mezzo al dolore, tra le pagine del ricordo e di tanti sorrisi, quasi tutte le persone che stanno vivendo ancora nel lutto si sono continuate a chiedere "e adesso?". A distanza di un anno, quella parola si è però riempita del significato di altre, di tutte quelle che hanno composto la vita - indimenticabile - di Pierluigi. E che decine e decine di persone hanno fatto loro. Solidarietà, accoglienza, dialogo, ascolto, umanità, impegno. Lo disse in occasione dei suoi funerali Don Ciotti, di non cercarlo "sotto la terra, sotto la pietra, tra i morti", ma di continuare a farlo "tra i vivi, tra le persone che ha amato, che ha accolto”. E così la sua grande famiglia ha imparato a farlo, non senza una nostalgia profonda che non passerà mai, ma potrà solo cambiare colore. Ed è per questo che la sua grande famiglia ha ideato un corso, in partenza a settembre, che si chiama proprio "Diventare eredi", pensato per chiunque voglia capire quali sono i frutti da portare avanti.

Grazie per la tua "smisurata preghiera"

L'eredità

«È stato un anno molto doloroso, in parte ci si è sentiti orfani perché non è mai facile superare la morte di una persona cara, cui hai voluto bene e continui a volerne. Se poi questa è una persona carismatica come lo è stata Pierluigi...». A proposito di eredità, a parlare nel giorno dell'anniversario della morte di Di Piazza, è don Paolo Iannacone, nuovo presidente del Centro Balducci di Zugliano. «Si può ben dire che la grande sfida per chi resta, per centinaia di persone volontarie, socie e chi è stato toccato in mille modi dalla vita di Pierluigi, è diventare suoi degni eredi. Questo l’impegno che con coerenza vogliamo portare avanti». Il centro fondato nel 1989 proprio da Di Piazza, continua costante la sua attività, non solo di accoglienza, ma anche culturale. «Il Balducci non ha mai smesso di svolgere le sue funzioni: in questo momento sono accolte 50 persone, 25 in accordo con la Prefettura per l'emergenza ucraina e 25 provenienti da altri paesi, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Etiopia, Ghana, Nigeria, Sudan e Camerun, in piena solidarietà ed esclusivamente con le offerte. Persone arrivate qui attraverso corridoi umanitari e rotta balcanica. Qui non mancherà mai l'accoglienza a 360 gradi». 

Ma per Pierluigi, benché l'accoglienza fosse un perno della sua quotidianità e del suo pensiero, forse ancor di più era prioritario far crescere il seme del pensiero, del dialogo. Suo fratello Vito ha fatta sua questa impellenza, continuando a chiedere che si proseguisse nel solco intellettuale e profondo che ha sempre contraddistinto il modus del fondatore del Balducci, in ogni circostanza. L'attenzione alle scuole, alle persone più giovani, che avessero sempre un tempo e uno spazio per interrogarsi, per confrontarsi e conoscere. L'attenzione al confronto, con il convegno annuale (oramai di rilevanza internazionale) e le decine di eventi ospitati al centro. L'attenzione al dialogo, pubblico e privato, costante, immancabile, affinché tutte e tutti si sentissero sempre ascoltati. «Domenica scorsa è stato presentato durante vicino/lontano l’ultimo libro di Pierluigi “Non uccidere. Per una cultura della pace”. Siamo convinti che solamente nel conoscerci possiamo concretamente smettere di avere paura dell’altro e di avere la presunzione di essere noi i migliori e per questo continueremo a proporre incontri di formazione e dialogo», continua don Paolo, conscio che la vita di Di Piazza ha creato un'aspettativa tutt'altro che sottile, nei confronti di chi lo segue. «L'aspettativa nutre la continuità del progetto: vogliamo essere fedeli al suo carisma e alla proposta di Pierluigi, cercando anche l'originalità che richiedono i nostri tempi».

Il ricordo

Ieri, domenica 14 maggio, si è tenuta a Tualis l'Eucarestia in ricordo di Pierluigi Di Piazza. Oggi, invece, giorno del primo anniversario, si svolgerà alle 18 in sala Petris al Centro Balducci un incontro interreligioso in ricordo e ringraziamento della vita di Pierluigi. «Credo che avrebbe gradito un momento di questa natura, perché lui era un uomo del dialogo, cercava la verità che era nascosta in tutti e per questo era amato da tutti i rappresentati delle altre religioni. Ci saranno i rappresentanti dei credo buddhista, islamico, protestante, ma anche gli atei: lui era riuscito a creare un dialogo anche con i non credenti». Mercoledì prossimo, poi, il Centro Balducci sarà rappresentato da una trentina di persone volontarie in udienza da papa Francesco: la partenza è prevista per domani, martedì 16 maggio. «Andremo a Roma per dire che siamo con lui nel cuore dell’umanità, grazie a quella frase che continua a dimorare nel nostro cuore: “Il nostro nemico è l’indifferenza”», conclude don Paolo. E poi sabato 20 maggio, dalle 10, un momento particolarmente significativo, con l'intitolazione dell’Istituto comprensivo di Pozzuolo del Friuli a Don Pierluigi Di Piazza alla presenza di Vito Mancuso. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un anno senza Pierluigi, tra il peso della sua eredità e il desiderio di esserci anche per lui

UdineToday è in caricamento