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Ricordati Falcone e Borsellino. la lotta alla mafia non è finita

Cerimonia di commemorazione delle stragi di Capaci e via d’Amelio questa mattina in Tribunale: presenti ordine degli avvocati, presidente vicario e procuratore aggiunto di Largo ospedale vecchio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Una cerimonia breve ma intensa, per riaffermare il valore della legalità e che ha lasciato spazio anche a ricordi personali di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti della scorta uccisi dalla mafia. A trent’anni di distanza dagli attentati di Capaci e via D’Amelio, l’ordine degli avvocati di Udine ha voluto ricordare, con un minuto di silenzio, il sacrificio degli uomini e delle donne che hanno perso la vita nell’affermazione della giustizia. “Questo significa rinnovare il nostro impegno quotidiano nella salvaguardia della legalità. Un impegno che coinvolge- ha detto il presidente del’Ordine degli avvocati di Udine, Massimo Zanetti - avvocati, giudici, pubblici ministeri e forze dell’ordine. E’ una grande battaglia che viene condotta in nome delle generazioni future: affermare la legalità vuol dire valorizzarla nella cultura andando a parlarne con gli studenti. Ed è quello che, come avvocati, stiamo facendo”. Alla cerimonia di Udine, che si è svolta contemporaneamente ad analoghe iniziative nei tribunali di Trieste, Udine Pordenone e Gorizia, hanno preso la parola successivamente il presidente vicario del Tribunale di Largo ospedale vecchio Francesco Venier e il procuratore aggiunto Claudia Danelon . “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino appartengono ad un lungo elenco di persone che hanno dato la vita per la lotta alla mafia. A distanza di trent’anni possiamo dire che il loro sacrificio non è stato inutile, perchè la consapevolezza dell’esistenza stessa e della pericolosità della mafia sono ormai un dato acquisito. - ha detto Venier - Siamo anche consapevoli che la lotta non è finita, ma si svolge su piani diversi rispetto a quelli di trent’anni fa perchè oggi la criminalità organizzata opera infiltrandosi nel sistema economico. Anche in Friuli Venezia Giulia non siamo indenni da questi inquinamenti. Forse c’è un minore legame delle mafie col sistema politico ma questo dipende dal fatto che il potere reale è in mano al sistema economico”. “Sono entrata in magistratura sull’onda di questi grandi nomi. - ha ricordato il procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon - Esattamente trent’anni fa, stavo sostenendo le prove scritte per l’esame di magistrato ed uno dei commissari era proprio Francesca Morvillo che mi è passata accanto più volte. L’ho incontrata poco dopo all’Hotel Ergife e sapevo che sarebbe dovuta partire per Palermo quella sera. Quando sono stata informata dell’attentato, per me è stato un doppio brutto colpo. Per me l’istituzione, lo Stato e i nomi di coloro che li rappresentano sono un principio cardine della mia vita”.

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