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"I farmacisti hanno un codice etico da rispettare, non possono rilevare targhe"

L'Ordine dei farmacisti interviene nella diatriba apertasi fra Comune e Farmacia Beltrame inerente la schedatura delle targhe dei pazienti che entrano in zona ztl per ritirare i farmaci: "No alle schedature dei cittadini, il servizio pubblico deve essere garantito senza ostacoli"

Il presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Udine, Michele Favero, interviene nel dibattito acceso dopo l'ipotesi dell'amministrazione comunale di Udine di far schedare ai farmacisti le targhe dei cittadini-pazienti. Con una nota stampa scrive che non si tratta solo di far rispettare le norme sulla privacy, ma soprattutto di non ledere la dignità dei farmacisti che di certo non possono diventare anche i rilevatori delle targhe di coloro che entrano nella farmacia con turno notturno. Il loro primo ed esclusivo compito é di salvaguardare l'interesse primario del cittadino che deve essere tutelato anche nella sua sfera di privacy per quanto riguarda il diritto alla sua salute che deve restare nella dovuta segretezza e all'interno del patto privilegiato e non violabile fra professionista e paziente.

 "Non possiamo accettare - spiega Michele Favero - che la nostra categoria debba assolvere a ruoli che non competono loro. Già devono fare bene, come stanno facendo, il loro lavoro, quello dei farmacisti. Lasciamo che il farmacista faccia il farmacista! Non ha alcun senso dare alla categoria ulteriori oneri aggiuntivi che non rientrano nelle loro mansioni. Abbiamo un codice etico da rispettare e da far valere in tutte le sedi istituzionali". Come se non bastasse, il Presidente Favero ribadisce che il servizio erogato dalla farmacia Beltrame é un servizio imprescindibile, essenziale per la comunità, che funziona da lustri, con un riconoscimento di servizio pubblico apprezzato è fondamentale. In gioco c'é anche la segretezza: molte volte il cittadino, fra l'altro, non vuole far sapere a terzi di essere stato in farmacia o quante volte si reca di notte nelle farmacia, del resto questa sfera delicatissima rientra nella segretezza che anche i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero far valere.

"Inoltre - continua Favero - il farmacista non può di certo distrarre tempo e risorse dalla sua attività primaria, ovvero occuparsi della salute dei cittadini, per uscire dalla farmacia e prendere nota della targa. Non è ammissibile neppure che sia il cittadino stesso a dover essere costretto a inviare alla polizia municipale i suoi ingressi in farmacia, si tratta di evitare che il cittadino si senta violato nella sua sfera più intima e segreta qual è la gestione della sua salute che deve restare per definizione all'interno del rapporto con il professionista del salute".

 

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