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Cronaca

Truffa ai danni dello Stato: nei guai un funzionario dell'Agenzia del Demanio

Con la complicità di tre imprenditori l'uomo avrebbe ceduto beni pubblici - traendone profitto - nell'ambito di operazioni di bonifica di vecchi insediamenti militari a cavallo del confine orientale

Truffa aggravata ai danni dello Stato e turbativa d’asta: sono questi i reati accertati al termine di un’articolata attività investigativa, coordinata dal Procuratore della Repubblica Aggiunto di Udine Raffaele Tito, nei confronti di un funzionario - già in servizio presso la Direzione Regionale dell’Agenzia del Demanio di Udine - , e di tre imprenditori, un cittadino italiano e due fratelli di nazionalità romena. 

IL VIA. L’indagine ha preso il via grazie ad alcuni finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Gorizia che hanno riscontrato l’esistenza di lavori di messa in sicurezza e bonifica di alcune opere di fortificazione permanente, realizzate per scopi difensivi nel periodo post-bellico a ridosso della linea di confine, ricollocabili nel contesto della c.d. guerra fredda. In particolare, le Fiamme Gialle goriziane hanno rilevato come tali lavori fossero stati svolti in maniera superficiale e apparentemente finalizzati all’esclusiva asportazione delle cupole blindate in metallo del peso di alcune tonnellate l’una, successivamente consegnate ai centri per il recupero del metallo, e non anche alla messa in sicurezza delle strutture che le ospitavano. Proprio nel corso degli accertamenti avviati per chiarire gli aspetti di tali attività di “bonifica”, eseguiti anche monitorando alcuni siti web e forum frequentati da appassionati di fortificazioni militari, i finanzieri hanno riscontrato l’esistenza di un’unica gara d’appalto indetta nell’anno 2012 dalla Direzione Regionale dell’Agenzia del Demanio per il F.V.G., finalizzata alla cessione di 30 tra cupole e torrette metalliche ubicate su altrettante fortificazioni. 

LA TRUFFA. L’esito delle indagini ha fatto emergere un quadro tutt’altro che favorevole alle casse dello Stato nonostante l’elevatissimo business economico derivante dal recupero di questi materiali (trattasi di acciaio balistico). Infatti, non solo è emerso che la gara indetta è stata un maldestro tentativo di spostare l’attenzione degli investigatori dalle pregresse numerose cessioni gratuite dei medesimi materiali, ma la stessa è stata “pilotata” per far si che, alla fine, i bunker metallici venissero di fatto acquistati dalle medesime imprese che sino ad allora si erano accaparrate tonnellate di acciaio balistico, del valore di centinaia di migliaia di euro, senza alcun introito per l’Erario. 

IL METODO CRIMINOSO. Ciò è stato possibile mediante la partecipazione alla gara di una ditta “amica” che, dopo essersi illegalmente aggiudicata la licitazione – per un importo di denaro assolutamente inadeguato rispetto al reale valore del metallo in vendita. Tuttavia, ancorché inadeguato, nemmeno l’importo di aggiudicazione della gara (37.550,00 €) è stato incamerato dallo Stato poiché, con la complicità del funzionario del Demanio, sono state prodotte false attestazioni di avvenuto pagamento dell’importo di gara, di fatto mai effettuato. 

LE ACCUSE. Ora il Funzionario pubblico ed i tre imprenditori dovranno rispondere davanti alla Giustizia delle ipotesi di truffa aggravata a danno dello Stato e turbativa d’asta. Per il pubblico dirigente si prospetta anche l’assoggettamento ad una procedura di accertamento e recupero dell’importo di denaro non incassato dallo Stato per la gara esperita. Gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Gorizia stanno ora ricostruendo, in collaborazione con l’Esercito Italiano e con l’attuale Direttore Regionale dell’Agenzia del Demanio per il Friuli Venezia Giulia, quante siano state le cessioni “gratuite” delle cupole/torrette metalliche dei bunker, avvenute tra il 2010 ed il 2012, al fine di determinare il corrispondente danno Erariale

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