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Cronaca

Truffa dell'Iva da 8 milioni e mezzo di euro, coinvolti anche automobilisti udinesi

Tre concessionarie del trevigiano vendevano auto con documenti falsi che hanno tratto in inganno anche la motorizzazione civile del capoluogo friulano

Giro d'affari di otto milioni e cinquecento mila euro, sette persone coinvolte, tre concessionarie e un'agenzia di pratiche d'auto, tutte del trevigiano. Sono questi gli elementi di una truffa ai danni dello Stato. Coinvolti diversi uffici della motorizzazione civile, anche quello di Udine. Contestate anche 64 violazioni a clienti e venditori, responsabili di aver pagato le autovetture in contanti oltre la soglia stabilita.

La frode

I sette indagati vendevano ad ignari acquirenti, residenti in varie regioni italiane tra cui anche il Friuli Venezia Giulia, vetture usate di provenienza comunitaria. Le automobili venivano proposte a prezzi molto competitivi così da attirare numerosi clienti. Poi, attraverso documenti falsi, si procedeva all'immatricolazione dei mezzi facendo credere alla motorizzazione civile di competenza territoriale che l'Iva fosse già stata versata in altri paesi europei come Germania, Francia, Spagna e Belgio. Il giro di affari messo in piedi dall'associazione a delinquere formata da due italiani, quattro rumeni e un albanese è stato quantificato in otto milioni e mezzo di euro con un'evasione Iva di un milione e mezzo. Sei degli indagati sono stati destinatari, nel novembre 2020, di un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari e di un sequestro preventivo di circa 500mila euro. Gli accertamenti e le testimonianze hanno consentito di portare alla luce il coinvolgimento, oltre alle tre concessionarie che tra il 2015 e 2020 hanno venduto le autovetture, anche di un’agenzia di pratiche auto, sempre con sede in provincia di Treviso, che ha assistito gli indagati nelle operazioni di immatricolazione dei veicoli, con la consapevolezza che l’Iva non fosse stata versata all’estero.

Le indagini

A condurre le indagini le fiamme gialle del comando provinciale di Treviso, coordinate dalla locale procura della Repubblica, che hanno ricostruito integralmente la frode e hanno confermato le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato e di falso ideologico. Alle sette persone coinvolte è stato notificato, nei giorni scorsi, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Le attività investigative hanno avuto un approccio trasversale. Infatti, verifiche fiscali svolte nei confronti delle tre concessionarie hanno permesso di ricostruire il giro d’affari dell’evasione e di denunciare gli amministratori per i reati di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione. Sotto il profilo valutario, invece, sono state contestate 64  violazioni a clienti e venditori, responsabili di aver pagato le autovetture in contanti oltre la soglia stabilita. Previste sanzioni fino a un massimo di 4.867 euro.

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