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Giovedì, 25 Aprile 2024
tradizione cittadina / Centro / Via Pracchiuso

A ruba le chiavette di San Valentino, ma non sono più quelle artigianali. «Non c'è più nessuno che le fa»

Il primo stampo in gesso è stato costruito in una corte interna di via Pracchiuso, poi ha cominciato a produrle il "calderaro" Paolo Pianta, morto nel 2021, che aveva il laboratorio in piazzale Oberdan

Resiste a tutto, al freddo, al tempo, al cinismo e ai progressi della scienza. La tradizione della chiavetta di San Valentino è imperitura e amatissima e continua a tenere viva una fiera che si contende con quella di Santa Caterina il primato della più amata dalla cittadinanza udinese. Gli antichi rituali legati al santo che si celebra oggi, 14 febbraio, sono quelli ancora più cari: la benedizione del pane, la messa solenne e la distribuzione della chiavette a cui si attribuiscono proprietà taumaturgiche strettamente legate al santo in questione, protettore dei bambini, degli innamorati e dei malati, specialmente quelli di epilessia. Girando tra le decine di bancarelle sparse lungo via Pracchiuso, fin dalle prime ore del mattino si è capito che a trainare ancora la passione per questa giornata, sono proprio loro, le chiavette. 

La Fiera di San Valentino a Udine

«Sono la cosa che vendiamo di più», ci conferma una mercante. «Anzi, le più richieste sono quelle artigianali che non vengono più fatte, da quando è morto Paolo». Il "calderaro" Paolo Pianta, morto a 71 anni nel gennaio del 2021, è stato per anni l'artigiano che nel suo laboratorio di piazzale Oberdan creava migliaia di chiavette, portando avanti una tradizione nata nell'immediato dopoguerra. Pare addirittura che lo stampo originario sia stato creato da Sante Fabbro, detto il "Cin", intorno al 1953 nella corte interna della casa di famiglia al civico 89, dove nacque anche Tina Modotti. «Mio padre costruì uno stampo in gesso, aveva cinque o sei chiavette che rifiniva. Le prime si lasciavano color piombo, solo dopo si dipingevano in oro o argento, quando è venuto questo grande boom», ci racconta il figlio di Sante, Giorgio Fabbro. «Avevamo il banchetto e da bambini le distribuivamo per strada. Poi prese a farle Paolo nel suo laboratorio, ma adesso nessuno le fa più, non ci sono più quelle originali in piombo... mi rimetterò a farle io», ci promette Giorgio Fabbro che, alla soglia degli 80 anni, frequenta ancora la fiera di San Valentino nonostante non viva più in via Pracchiuso da molti anni. 

  • Fiera di San Valentino 2023

Ora le storiche chiavette vengono prodotte quasi interamente fuori regione, chi le fa arrivare da Milano chi da Bolzano. In generale a produrle sono le stesse ditte che si occupano di articoli religiosi: affascinanti, sì, ma non più le stesse. Eppure la loro tradizione resiste, e tra una ciambella calda e un taglio di vino, rimangono il motivo principale per cui gli udinesi e le udinesi continuano a frequentare con amore questa fiera centenaria e piena di fascino.

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