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Giovedì, 25 Aprile 2024
Droga

Il nome di Tommaso Cerno finisce in un'inchiesta sulla droga: "La ordinava il mio ex, non sapevo nulla"

L'udinese, senatore del Partito democratico, non risulta indagato. "Sapevo tutto di questa vicenda rispetto alla quale sono completamente estraneo e ho collaborato subito con i carabinieri"

Il nome del senatore udinese Tommaso Cerno è finito negli atti di un'inchiesta romana sulla "droga dello stupro". L'ex direttore del Messaggero Veneto è solamente citato, non risulta indagato

La vicenda

Come riporta il Corriere della Sera nell'abitazione capitolina di Cerno è stato registrato un totale di quattro consegne di cocaina, tra settembre e ottobre del 2019. Quantitativi imprecisati, con l’eccezione di un caso dove è stato appurato il controvalore della merce, cioè 930 euro. Cerno – stando all'edizione online del giornale milanese – compare come presunto cliente della cosiddetta "famiglia romana", nome d’arte del duo Danny Beccaria e Clarissa Capone. Proprio quest’ultima effettua le consegne a domicilio nell’abitazione del senatore, che non figura però come acquirente diretto bensì con il tramite di un altro soggetto identificato.

La difesa

"Sapevo tutto di questa vicenda rispetto alla quale sono completamente estraneo e ho collaborato subito con i carabinieri — ha spiegato lo stesso senatore del Pd, per chiarire il caso —. All’epoca ero fidanzato con un ragazzo che aveva dei problemi. Evidentemente quando non ero a casa ha ricevuto gli spacciatori presso la mia abitazione per farsi consegnare cocaina. Io non ne sapevo nulla, né ho mai avuto rapporti con nessuno di loro. Quando mi hanno avvisato, i carabinieri mi hanno anche detto di informarli se ci fossero stati problemi, ma nessuno mi ha mai avvicinato. Ho voluto bene a questa persona e sono molto dispiaciuto per lui anche se la nostra storia è finita da tempo".

Conferme

La versione tdi Cerno rova conferma nella ricostruzione degli investigatori. A lui si è risaliti dall’indirizzo della consegna e dal telefono del ragazzo che ha materialmente effettuato le ordinazioni, dicendo che erano anche a nome suo. Mai i due pusher hanno svelato l’identità di Cerno negli interrogatori, mentre nelle intercettazioni dei carabinieri del Nas, coordinati dal pm Giulia Guccione e dall’aggiunto Giovanni Conzo, figurava come "il politico" o "il senatore".

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