Taxi a Udine: la situazione è disastrosa. Viaggi in calo del 40%
Si lavora di meno e si pagano più tasse. In attesa di conoscere le prossime mosse del Governo, i 40 tassisti udinesi dicono no alla liberalizzazione: "non servono altre auto".
A Udine non c'è lavoro per i tassisti. I viaggi, negli ultimi due anni, sono calati del 40 per cento. “La situazione è disastrosa - commenta il presidente del Radiotaxi di Udine Fausto De Cesco – e una liberalizzazione non farebbe che peggiorare i nostri guadagni”.
A pochi giorni di distanza dal preannunciato sciopero del 23 gennaio contro le liberalizzazioni, De Cesco fa sapere che non c'è bisogno di nuove licenze a Udine. “Non aiuterebbe i clienti che non risparmierebbero un euro perché i taxi hanno comunque alcune spese fisse – continua – e non aiuterebbe noi. A Udine in questo momento non c'è bisogno di nuove auto, perché non ci sono passeggeri. Già i tempi di attesa tra un cliente e l'altro sono più che raddoppiati negli ultimi anni”.
Tempi di crisi per i 40 tassisti udinesi, colpiti dall'aumento del carburante e da una tassazione sempre più pesante, mentre i clienti diminuiscono. “Non c'è la mentalità che dice di usare di più il taxi piuttosto che l'auto privata – spiega – all'estero fuori dai locali pubblici, c'è la fila fuori dai locali per tornare a casa in taxi”.
La flotta udinese conferma lo sciopero del 23 gennaio, a meno di qualche novità. “Noi siamo contro la liberalizzazioni – continua De Cesco – però prima di mettere in atto una protesta di massa, vogliamo vedere cosa ha da dire il Governo nei prossimi giorni”.