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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"L'Austria non ci vuole, noi non vogliamo l'Austria", l'occhio per occhio di Salmè

Il segretario di Io amo Udine accusa gli organizzatori della fiera viennese "Wohnen & Interieur Wien" di non volere gli italiani, così propone al Comune di annullare lo Stiria Food Festival in programma a Udine a fine maggio

Visti i tempi difficilissimi per tutti, sono all'ordine del giorno le notizie che riguardano l'annullamento di eventi e la riduzione di spostamenti da un posto all'altro, da un paese all'altro. Non dovrebbe sorprendere, dunque, che una fiera internazionale come quella austriaca "Wohnen & Interieur Wien" abbia deciso di applicare delle restrizioni, benché sul loro sito non appaiano indicazioni a riguardo. Eppure il fatto - per lui le restrizioni riguarderebbero solo gli espositori italiani - non è andato giù a Stefano Salmè, segretario di Io amo Udine, che ha proposto al sindaco di Udine di "vendicarsi" degli austriaci impedendogli di venire a Udine in occasione dello svolgimento dello Stiria Food Festival, che dovrebbe svolgersi a fine maggio.

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Le dichiarazioni

La decisione degli organizzatori della “Wohen & Interieur Wien”, in programma dal 18 al 22 marzo, di escludere i mobilieri friulani ed in generale quelli italiani, è di una gravità inaudita. Di fatto, una guerra commerciale, dichiarata con l’ipocrita giustificazione dell’emergenza coronavirus. Se gli organizzatori avessero realmente avuto a cuore la salute dei visitatori, avrebbero potuto tranquillamente sottoporre a test tutti gli espositori. La scelta fatta è una evidente infrazione a tutte le regole sul mercato unico europeo.
Udine e il Friuli non possono infilare la testa sotto la sabbia, dinanzi ad una decisione che, oltre al danno economico, è un’offesa alla nostra dignità nazionale. Il sindaco Fontanini e l’assessore al commercio, Maurizio Franz, annullino quindi lo “Stiria food festival Udine”, in programma dal 29 maggio al 2 giugno. Gli operatori austriaci non vengono in Friuli per “spirito europeo”, ma perché tornano a casa con dei lauti profitti. Ma se questa libertà economica non viene concessa agli imprenditori italiani, allora deve scattare un principio di reciprocità.
Il sindaco dimostri di tenere a cuore, non solo i nostri interessi economici, ma anche la nostra dignità e agisca con fermezza. E’ il momento di dimostrare con i fatti che noi italiani sappiamo reagire uniti alle sfide che ci troviamo di fronte.

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