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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cimice asiatica e coronavirus mettono in ginocchio il settore primario

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha dichiarato lo stato di calamità a seguito dell’infestazione di cimice asiatica che ha colpito il Fvg

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha dichiarato lo stato di calamità a seguito dell’infestazione di cimice asiatica (halyomorpha halys) che ha colpito i territori delle regioni Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, causando danni alle produzioni agricole nel corso del 2019. Sulla base delle richieste regionali, integralmente accolte da questo ministero, gli agricoltori situati nei territori delimitati potranno far fronte ai danni subiti grazie agli aiuti contemplati dal fondo di solidarietà nazionale appositamente finanziato con 80 milioni nell’ultima legge di bilancio per il ristoro dei danni provocati dalla cimice asiatica.

I contributi

In particolare potranno essere concessi: contributi in conto capitale fino all’80% del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria, prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale nell’anno in cui si è verificato l’evento ed in quello successivo, proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell’anno in cui si è verificato l’evento calamitoso, esonero parziale (fino al 50%) dal pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti. Le domande di intervento dovranno essere presentate alle regioni competenti entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto di declaratoria nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana. per le altre regioni le cui richieste sono in fase di integrazione, il ministero sta procedendo con le relative istruttorie per giungere nei prossimi giorni alla dichiarazione dello stato di calamità.

La crisi del settore primario

«Dopo aver erogato ogni possibile aiuto alla sanità, le risorse monetarie stanziate per affrontare le disastrose conseguenze del COVID-19 sul tessuto economico dovrebbero, principalmente, interessare il settore primario». Questo è il messaggio che arriva dalla Confederazione Italiana degli Agricoltori, un appello che il Ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha raccolto scrivendo alla Commissione europea. Lo stesso invito è stato rivolto dai vertici della CIA Friuli Venezia Giulia all’assessore regionale Stefano Zannier, facendo notare come, sul nostro territorio, le prime ripercussioni negative dell’emergenza epidemiologica riguardino il settore agrituristico. Nelle ultime settimane, infatti, non solo sono state cancellate tutte le prenotazione per il periodo Pasquale, ma persino per i soggiorni estivi. Di conseguenza, è in grave difficoltà anche il settore caseario e dei prodotti freschi che, con la stasi del comparto alberghiero, della ristorazione e dei bar, si ritrova invenduta una buona parte dei prodotti non conservabili.

Gli agriturismi

Il suggerimento da parte del presidente Cia FVG Andrej Lakovic e del direttore generale Luca Bulfone, sarebbe quello di parificare
l’ospitalità delle aziende agricole alla ricezione turistica in generale
, permettendo un’equa ed efficace distribuzione di
finanziamenti e contributi straordinari. Inoltre, un più intenso dialogo da parte della Regione con le principali Banche del territorio che cooperano con il fondo di rotazione, potrebbe portare a disegnare degli strumenti ad hoc proprio per i settori maggiormente colpiti.
 

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