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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tormenta la collega ovunque, dal vivo e sui social, perché somiglia alla ex

Un uomo è stato destinatario di una misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei abitualmente frequentati.

Misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei abitualmente frequentati. E' quanto ha deciso il gip del tribunale di Udine a carico di un uomo di cittadinanza irachena, per il reato di atti persecutori commessi nei confronti di una collega di lavoro.

I fatti

Verso la fine di ottobre la donna ha presentato in questura una denuncia per atti persecutori da parte un uomo, collega di lavoro, che si era invaghito di lei e che, col tempo, aveva assunto atteggiamenti morbosi e gelosi diventando persino violento. Nel tempo, nonostante la donna gli avesse chiaramente detto di non essere in alcun modo interessata non contraccambiando i suoi sentimenti, l’attrazione ossessiva dell’uomo nei confronti della vittima si era intensificata con continui messaggi su Whatsapp, Facebook e Instagram, tramite l'invio di video e foto con chiaro riferimento alla sua persona. In più ci sono state delle richieste di cambio turno in relazione alla turnazione della donna, una presenza sul posto di lavoro anche fuori dagli orari di servizio, gelosie manifeste nei confronti degli altri colleghi. Dopo averlo affrontato sul luogo di lavoro, esausta a causa di questi comportamenti, la donna è venuta a conoscenza che l'interesse dell'uomo per lei era dettato dalla somiglianza con la ex compagna.

Gravi episodi

In ottobre si sono verificati alcuni gravi episodi che hanno spinto la vittima a sporgere la denuncia. In una occasione l’uomo l'ha rinchiusa all’interno di uno sgabuzzino e l’ha afferrata per le braccia. Solo le urla d’aiuto della vittima hanno fatto mollare la presa al molestatore e hanno permesso alla donna di scappare e raggiungere i colleghi. In un altro momento di pausa dal lavoro un collega si è posto a difesa della vittima che l’uomo tentava nuovamente di afferrare. Ne è così nata una colluttazione. In un’altra circostanza la donna è stata  scortata a fine turno fino alla sua autovettura da uno dei colleghi di lavoro,e giunta al parcheggio, d’un tratto si è trovata di fronte proprio al suo persecutore che, affiancandosi al veicolo, dal  finestrino la minacciava pesantemente, facendo riferimento al possesso di un coltello,  accusandola di  farlo soffrire e  di avergli fatto perdere il lavoro. La donna, terrorizzata, si è vista costretta a cambiare abitudini di vita e di lavoro, richiedendo al suo datore di saltare i turni notturni. In preda a un attacco di panico si è recata anche al pronto soccorso dell’ospedale, dopo aver visto una diretta Facebook, postata dall’uomo, che riprendeva il suo luogo di lavoro in concomitanza dell’inizio del turno della vittima. 

 

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