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Cronaca

Stadio, Pozzo: "Mai profanato le vittime del terremoto: strumentalizzazione vergognosa"

Parla il 'Paròn' bianconero: "Si parla solo di una trattativa, evitiamo di offendere la moralità delle persone". E Soldati rincara la dose: "Non ne possiamo più"

E' la giornata dei chiarimenti: quelli dell'Udinese Calcio sulla vicenda stadio, o meglio, sulla possibile sponsorizzazione che potrebbe mutare la denominazione dell'impianto sportivo.

Ad aprire il discorso il presidente della Società bianconera Franco Soldati: "Siamo qui per discutere la querelle sulla sponsorizzazione: Siamo molto amareggiati per ciò che è stato detto e scritto sui mass media in questi giorni. Siamo irritati per non usare altri termini più pesanti: quello che è successo nell'ultima settimana ci ha fatto riflettere moltissimo. Si è parlato di rispetto di friulanità e identità, spesso a sproposito. La friulanità è dentro nelle tre persone presenti (Rigotto e Pozzo ndr). La speculazione è stata vergognosa e non ne possiamo più: non è possibile che per costruire questo stadio sia stato usato solo un anno e mezzo e dieci sprecati in chiacchiere inutili, che hanno fatto perdere tempo e denaro al Comune e ai cittadini. Siamo qui per difenderci dalle offese che ci sono state rivolte e chiarire la nostra posizione".

Soldati continua: "Io e il dottor Rigotto nel corso della trattativa con il Comune per la riqualificazione dello stadio siamo stati coinvolti in una possibile costruzione di uno stadio a Pozzuolo del Friuli, dove avremmo trovato tutto quello che cercavamo dal punto di vista economico ma abbiamo ricevuto uno stop da Paron Pozzo, che ha invece voluto riqualificare lo stadio Friuli".

Ha poi preso la parola Gianpaolo Pozzo: "Da anni ho lasciato l'Udinese ai figli, perchè la mia volontà era quella di lasciare la società e andarmene. Ho fatto dei tentativi di vendita, se da presidente sono diventato 'Paron' è perchè non mi piaceva più questo ambiente e questa situazione. I figli hanno insistito e ho detto 'passo la mano', ma questa società è gestita da mio figlio Gino e dai validi ed 'eroici' collaboratori perchè bisogna essere masochisti nel lavorare in una situazione del genere. Mio figlio è tenace, non vuole mollare e va avanti tranquillo. Io sono qui per dare una mano, ho sempre affiancato e non sono mai andato a cercare gloria. Ribadisco all'infinito che ho altri interessi economici che mi permettono di guadagnarmi la vita. Il calcio è stata una passione ma anche una via crucis. Pozzo ha lasciato ai figli e i figli vogliono andare avanti. Pozzo si è ritirato ed è qui a dare una mano perchè è un tifoso".

"Da dieci anni parliamo di questo stadio: avevo parlato anche con il sindaco di Pasian di Prato e la location sarebbe stata valida. Mi avevano presentato la possibilità di costruire anche a Campoformido. Sarebbero state scelte economiche perchè demolire e costruire il costo sarebbe stato superiore. Siamo arrivati qui con una 'gita', perchè costruire lo stadio è stato semplice e trovare le risorse si è rivelato meno complicato rispetto alle difficoltà create ad arte dalla politica, come dall'opposizione anche in Comune, per decidere i 99 anni di concessione. Basta guardare la contabilità per capire il bene dei cittadini: l'Udinese fa risparmiare un milione di euro l'anno, comprese le messe a norma e i costi dell'impianto. Fossimo andati altrove, cosa sarebbe diventato? Un altro stadio 'Rocco', in cui abbiamo speso 150 mila euro per giocare ed era un disastro".

"A chi mi attribuisce di avere profanato le vittime del terremoto rispondo: vi rendete conto di che viltà è questa? Cosa può pensare chi legge il giornale e non consoce le delibere del Comune? Chi pensa che per quattro soldi io voglia mettere in vendita le vittime di Redipuglia. Si vergogni chi ha strumentalizzato un semplice atto di sponsorizzazione. E' come dire che la Ferrari, insieme agli spot, avesse profanato il nome di 'Ferrari' o l'immagine dell'Italia. Abbiamo a che fare con la crisi, tante società non hanno lo sponsor nemmeno sulla maglia: noi facciamo sforzi importanti per aumentare gli introiti che servono a mantenere la squadra. Andiamo piano prima di offendere la moralità delle persone. Stiamo cercando di dare una sponsorizzazione anche allo stadio, pratica molto diffusa all'estero fatta da grandi compagnie, come l'Allianz Arena di Monaco, società che valorizzano il nome della società. Nessuno ha detto di togliere il nome 'Friuli'. E poi si parla di una trattativa. Il Comune decide: se ha interesse di prendere i soldi, con quei soldi possiamo riparare una stada - (Pozzo ironizza sul percorso da viale Tricesimo a Chiavris è una strada di motocross ndr.) -. volete aggiustarla domattina? Si può fare con i soldi dell'Udinese. Se mancano i soldi, si sputa sul denaro? Evitiamo di fare danni per vendere quattro copie dei giornali in più e cerchiamo di essere realisti".

Alla domanda di un giornalista sull'importanza del nome, Pozzo risponde: "Non speculiamo su valori importanti delle persone. Se credessi a ciò che i giornali hanno scritto, avrei un odio per chi ha scritto. Fate capire che il terremoto con lo stadio non c'entra nulla e toglietemi un'etichetta che non mi appartiene".

In risposta al consigliere comunale Gallanda che sottolineava - menzionando alcune delibere - l'impossibilità di cambiare denominazione all'impianto: "Abbiamo detto che c'è una possibilità di sponsorizzare lo stadio. Se al Comune dovesse interessare non buttare via i soldi, facciamolo. Se non interessasse, senza strumentalizzazioni (questo è un luogo sacro), non lo si farà. L'imporante è non offendere le persone".

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