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Cronaca Rizzi / Piazzale Repubblica Argentina

Stadio Friuli/Dacia Arena: la lettera che lady Pozzo ha inviato a Fontanini

A seguito delle polemiche sulla denominazione commerciale dell'impianto sportivo di piazzale Argentina, l'Udinese Calcio ha pubblicato un estratto della missiva scritta da Giuliana Linda Pozzo risalente al 15 maggio scorso

Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Udine: l'impianto di piazzale Argentina dovrà continare a chiamarsi “Friuli” e non Dacia Arena come auspicato dalla società bianconera. "La convenzione per la cessione del diritto di superficie non consente di modificare la denominazione stadio Friuli". A stabilirlo è stato il respingimento che la giustizia amministrativa ha emesso al ricorso effettuato dall'Udinese Calcio e che in questi anni ha provato tutte le strade per tentare di salvare le mega scritte "Dacia Arena" installate prima ancora di ottenere l'autorizzazione, poi negata dal Consiglio comunale a marzo 2016. L'Udinese, però, continua a ritenere che quelle insegne non siano pubblicità, ma una brandizzazione adottata da molti club d'Europa in possesso di uno stadio di proprietà, come avvenuto al Bayern o alla Juventus. 

La missiva

Così, a seguito delle polemiche sulla denominazione commerciale dello stadio Friuli rinfocolate dalla stampa locale, l'Udinese Calcio ha sentito il dovere di pubblicare un estratto della lettera che Giuliana Linda Pozzo, moglie del patron Gianpaolo, ha inviato a Fontanini il 15 maggio scorso. Una nota pubblicata per rendere edotto il sindaco e i cittadini sull'impatto socio-economico che l'impianto di gioco ha sul territorio.

Illustrissimo Signor Sindaco,

nel formulare le mie più vive congratulazioni per l’affermazione elettorale, colgo l’occasione per esprimere alcune considerazioni sui fatti e le circostanze che hanno caratterizzato il rapporto tra l’Udinese e la Sua persona in veste di rappresentante delle Istituzioni. 

Una premessa, che può suonare retorica ma che è doverosa: la nostra famiglia in tutto ciò che ha fatto, dall’imprenditoria all’impegno nello sport, ha sempre agito spinta da senso di friulanità e amore per la terra di origine oltre che grande rispetto per gli interlocutori istituzionali. Rifuggendo dalla ricerca di visibilità e tantomeno riconoscenza.
               
Forse Lei non ricorda, ma nel 1993 presentammo la squadra all’Hotel Savoy di Grado con la Sua prestigiosa partecipazione, su nostro invito, in veste di neo-eletto Presidente della Regione (…).
 
Successivamente, le nostre strade si sono incrociate altre volte e in particolare sul tortuoso cammino per la definizione della pratica del nuovo stadio, portata finalmente a termine dopo anni di battaglie su cui forte è il sospetto che il dissenso sia stato mosso da ignoranza della materia o peggio ancora da invidie e cattiverie personali. I toni della polemica hanno raggiunto livelli inaccettabili sul tema della sponsorizzazione dell’impianto da parte della Dacia, innescando un’imbarazzante speculazione politica sulla pelle dell’Udinese.

Lei fu tra i primi, se non il primo in assoluto, a bocciare la sponsorizzazione commerciale. Operazione che ha proiettato Udine e l’Udinese al livello delle più importanti città europee e dei più prestigiosi club calcistici. In Italia siamo stati precursori, prima anche della Juventus che solo all’inizio della stagione sportiva attuale ha siglato l’accordo di sponsorizzazione dello stadio con la Allianz.
 
Dovrebbe essere un vanto, invece sembra che per alcuni sia una macchia, una colpa. E pur di giustificare una presa di posizione che oggi è palesemente sconfessata dai fatti, si è utilizzato lo strumento denigratorio attribuendo alla famiglia Pozzo la volontà di voler cancellare la storia, le tradizioni e il significato del nome Stadio Friuli. Tutto falso ovviamente. Sarebbe bastato prendere atto che Dacia Arena è solo la sponsorizzazione commerciale di uno stadio che continua a conservare il nome originale.

 Oggi mi chiedo se alla luce di ciò non pensa che la Sua presa di posizione fu poco tempestiva. 
            
 La Dacia Arena è un impianto che garantisce lavoro e reddito a centinaia di persone. Per ogni evento nel giorno della partita, l’importo medio di spesa è di 48.000 euro, pari a circa 1 milione di euro per l’intero campionato. Soldi che finiscono alle imprese che lavorano con e per l’Udinese. Ogni domenica  400 persone sono impiegate per garantire lo svolgimento della partita. Sarebbero molti di meno se non avessimo creato il modello di gestione che permette di vivere lo stadio oltre i novanta minuti della partita. Per non parlare di tutto il movimento che generano gli eventi extra-calcistici durante i giorni della settimana con altrettanto importanti ricadute sociali, economiche ed occupazionali.
               
Ormai decine e decine di imprese traggono beneficio dall’esistenza del “sistema” Udinese e della Dacia Arena e questo dovrebbe consigliare cautela nell’assunzione di iniziative o prese di posizione che rischierebbero di rallentare la nascita di nuove opportunità di crescita, sviluppo e benessere per il nostro piccolo territorio. 

Solo pesando in grande abbiamo potuto realizzare tutto ciò, malgrado gli ostacoli che abbiamo dovuto superare. 

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