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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Pavia di Udine / Via Bariglaria

Profughi all'interno di una villa storica: la Procura apre un'inchiesta

Il reato ipotizzato si riferisce alla violazione delle norme del codice dei beni culturali. Nel frattempo è stato sospeso l'arrivo dei richiedenti asilo. La Croce Rossa: «Sino a quando non sarà possibile ospitare i richiedenti asilo all'interno di Villa Lovaria nel rispetto di ogni norma di legge e alla presenza di tutti i provvedimenti amministrativi necessari, non darà corso a quanto programmato»

La Procura della Repubblica di Udine ha aperto un fascicolo d’inchiesta sull'ipotesi del trasferimento di 38 profughi in una porzione del complesso di Villa Lovaria, a Pavia di Udine, dimora storica dei Conti Lovaria interamente assoggettata alla tutela delle Belle Arti. Il reato ipotizzato è querelo di “violazione delle norme del codice dei beni culturali” che vieta l'uso di questo genere di immobili non compatibile con il loro carattere storico o artistico. Intanto, però, l'arrivo dei profughi, previsto per ieri e oggi è stato sospeso.

LO SVILUPPO DELLE INDAGINI. La Procura ha già delegato l'acquisizione di atti e documenti in Prefettura e all'ufficio comunale, avviando anche contatti con la Sovrintendenza per capire l'esatta natura dei vincoli sul bene. Villa Lovaria fu edificata nel XVII secolo. La magistratura friulana ha avviato indagini dopo la presentazione di una denuncia (querela da parte degli eredi Lovaria, che detengono il 60 per cento della proprietà, i quali si sono rivolti all'avvocato Maurizio Miculan per tutelare i propri interessi).

NO AL TRASFERIMENTO. Il legale ha presentato contemporaneamente un'istanza in via d'urgenza al Prefetto per chiedere la revoca del provvedimento con cui era stato previsto il trasferimento dei profughi nella dimora storica. Sulla base della querela, con cui gli eredi hanno chiesto anche il sequestro preventivo del bene, il pm titolare del fascicolo ha delegato alla Polizia amministrativa e ai Carabinieri della polizia giudiziaria l'acquisizione di atti e documenti. Secondo quanto si è appreso, gli investigatori avrebbero acquisito al momento i contratti stipulati tra Prefettura e Croce Rossa e tra quest'ultima e il proprietario della porzione del complesso in cui avrebbero dovuto trovare ospitalità i profughi, Alessandro Viscovich. Gli investigatori hanno esteso le indagini anche agli uffici comunali per individuare l'accatastamento della dimora storica.

IL PARERE DELLA CROCE ROSSA. L’Associazione della Croce Rossa Italiana - Comitato Provinciale di Udine, in merito alla vicenda di «Villa Lovaria, di proprietà del dott. Viscovich», ha reso noto di essere «spettatore all'interno di una contesa che vede coinvolte diverse parti pubbliche e private», annunciando di aver «incaricato della vicenda i legali di fiducia, avvocati Stefano Buonocore e Francesca Spadetto del foro di Udine, in attesa degli accertamenti da parte delle Autorità competenti». La Croce Rossa ha anche segnalato che «sino a quando non sarà possibile ospitare i richiedenti asilo all'interno di Villa Lovaria nel rispetto di ogni norma di legge e alla presenza di tutti i provvedimenti amministrativi necessari, non darà corso a quanto programmato». Dunque, al momento «Croce Rossa non è in grado di sapere, in ragione degli accertamenti in corso, se e quando sarà possibile procedere al trasferimento di alcuni richiedenti asilo all'interno di Villa Lovaria».

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