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Tutti contro l'emendamento Fontanini, anche un sit-in di fronte al Comune

Alle 19 di oggi, mercoledì 19 giugno, si svolgerà un flash mob per protestare contro la richiesta di modificare la legge sulle quote di genere in consiglio comunale. A schierarsi contro le scelte della giunta anche l'opposizione che parla tramite le parole del dem Venanzi

Opposizione e cittadinanza indignati contro il cosiddetto "Emendamento Fontanini", oggi è la giornata delle proteste. Da una parte la politica fa sentire la sua voce, dall'altra scende in piazza.

Il sit-in  

Oggi alle 19 è stato convocato un flash mob davanti al Municipio, in piazzetta Lionello, per dire "NO all'emendamento Fontanini" che sarà votato domani in Consiglio regionale. «Con questo emendamento si vuole modificare in senso peggiorativo la legge regionale sulle quote rosa per mere ragioni di opportunismo politico. Per questo chiamiamo tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore la parità di genere e i diritti delle donne, a manifestare oggi alle ore 19 davanti al Municipio di Udine». Questa la "convocazione" dell'incontro irato oggi tra chat e social.

Le voci della politica

A esprimersi in quanto capogruppo a nome del Partito Democratico, e dunque del principale movimeno di opposizione, è stato Alessandro Venanzi. «Udine non solo per le politiche amministrative sta facendo un tuffo nel passato, precisamente negli anni '90 quando era abitudine fare leggi ad personam che servono solo per fare favori a qualcuno ma che poi ricadono su tutta la collettività». L'attacco, dal terreno dell'emendamento per abolire le quote di genere, è diventato politico.

«Sono leggi che riguardano Fontanini e il fatto che il sindaco non è più in grado di gestire la sua maggioranza e deve quindi occuparsi delle beghe dipartito per garantire equilibri in una giunta che sta diventando un poltronificio. Se tutti gli assessori che sono stati nominati si occupassero in via esclusiva dell'attività che svolgono e non avessimo oltre la metà degli assessori occupati in tempo parziale, non solo non servirebbe l'undicesimo assessore, ma neppure il decimo e così via: ne basterebbero otto a tempo pieno ed efficienti. la politica urla a nuovi modelli e poi si rifà a questo modus operandi che sattinge da un passato che dovrebbe rimanere tale. Il tema delle quote, che non amo chiamare così, è però frutto di battaglie civili stanno saltando a piè pari per fare favori agli amici».

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