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Cronaca

Fontanini e la rissa: "Fino a quando tanta gente vota a sinistra questo siamo costretti a subire"

Il dibattito sull'immigrazione si è tornato ad accendere in città dopo alcuni casi di violenza con protagonisti dei soggetti stranieri. Il sindaco Fontanini ha commentato sotto un suo post che "è colpa di chi vota a sinistra", perché contro i respingimenti, che sono però stati considerati illegittimi

Era lo scorso 21 gennaio quando il tribunale di Roma ha dichiarato, attraverso una sentenza, le riammissioni dei migranti tra Italia e Slovenia illegittime. Una sentenza che aveva fatto segnare un vero e proprio cambio di passo nella giurisprudenza in materia di accoglienza, "condannando" la posizione del Ministero dell'Interno italiano la cui prassi viene definita "illegittima sotto molteplici profili". Alle vittime dei cosiddetti "respingimenti a catena" (dall'Italia alla Bosnia, passando per Slovenia e Croazia ndr) e in base alla decisione presa lo scorso 18 gennaio attraverso un'ordinanza, verrà quindi riconosciuto il diritto a fare ingresso nel nostro Paese.

A Udine

Nelle ultime settimane a Udine si è acceso nuovamente il dibattito intorno all'immigrazione, scatenando non solo le reazioni della politica, ma anche dei cittadini. In particolare, a seguito di una rissa che ha visto coinvolte circa dieci persone, in apparenza giovani stranieri (non sono stati identificati e sulla vicenda stanno indagando i carabinieri), il sindaco di Udine Pietro Fontanini ha espresso più volte la sua opinione, chiedendo l'intervento "fermo" della Questura di Udine. Nei giorni scorsi, il primo cittadino ha ripetuto più volte l'appello rivolto alle forze dell'ordine, auspicandosi maggiori controlli e promettendo, d'intesa con l'assessore comunale alla sicurezza Alessandro Ciani, anche divieti specifici nella speranza di risolvere la questione "ordine e sicurezza".

A favore dei respingimenti

Oltre alle posizioni ufficiali, però, Fontanini ha espresso chiaramente il suo pensiero anche in diversi commenti apparsi su Facebook, sul suo profilo personale. "Fino a quando abbiamo tutta questa gente che vota la sinistra che è contro i respingimenti questo siamo costretti a subire", scrive "il sindic" in risposta a un lettore. In realtà, come specificato sopra, ad essere contro i respingimenti è proprio la legge.

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Cosa dice la Costituzione

È l'articolo 10 della Carta costituzionale ad affermare che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche [...], ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". La procedura delle riammissioni, secondo quanto osservato dal tribunale della Capitale, "è condotta in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne che regolano l'accesso alla procedura di asilo" questa parte del testo diffuso sempre da ASGI. Inoltre, la pratica "è eseguita senza la consegna agli interessati di alcun provvedimento e senza alcun esame delle situazioni individuali, dunque con chiara lesione del diritto di difesa e del diritto alla presentazione di un ricorso effettivo". Secondo ASGI la sentenze è "un tassello fondamentale per il ripristino della legalità alla frontiera orientale".

Nel dettaglio, uno degli elementi "incriminati" è rappresentato dall'obbligo di non "esporre lo straniero a rischi di trattamenti inumani e degradanti" come invece accade da anni al confine croato. Violenze che sono finite sulle pagine di numerosi organi di informazione stranieri ma che, ad eccezione di alcuni quotidiani italiani, non hanno mai dato l'impressione di scalfire il "muro" dell'indifferenza nazionale. Indifferenza che si somma alla mancata presenza di notizie in merito al fenomeno della Rotta balcanica che in circa due anni ha visto transitare lungo il Carso alle spalle di Trieste all'incirca diecimila persone. 

I numeri del 2020 e di gennaio 2021

Nonostante le riammissioni tra Italia e Slovenia esistano ufficialmente da 24 anni, il fenomeno ha visto un'impennata delle pratiche solamente di recente. I migranti rimandati in Slovenia durante il 2020 sono stati oltre 1300. Secondo i quotidiani rapporti del Dipartimento di Polizia di Capodistria, dall'inizio dell'anno le persone consegnate dalle autorità italiane a quelle slovene sono state dieci. Tra il 7 ed il 20 gennaio sono finiti nuovamente nel vortice della Rotta due cittadini bengalesi, due turchi, due afghani, due persone di nazionalità siriana e due migranti provenienti dal Nepal. 

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