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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Fvg isolato, l'allarme dei sindacati: «Regione debole, facciamoci sentire col Governo»

Il segretario Filt-Cgil Lorelli: "Per Roma e Milano solo una Freccia al giorno e nessun aereo: situazione inaccettabile”

Preoccupazione dei sindacati per l'isolamento della regione: l'allarme anche per i lavoratori: “A Ronchi fermi in cento e tanta cassa integrazione nell’indotto”.

La preoccupazione

«La situazione di isolamento del Friuli Venezia Giulia rispetto alle principali direttive del trasporto aereo e ferroviario nazionale non può essere considerata solo un fatto contingente. Gli effetti dell’emergenza Covid-19, infatti, amplificano una condizione che è strutturalmente periferica sia in termini di quantità che di qualità dei collegamenti». A dichiararlo è Valentino Lorelli, segretario regionale della Filt, il sindacato Cgil dei trasporti, che rivendica l’esigenza di «un ruolo più autorevole non solo della Giunta, ma di tutte le forze politiche e della comunità regionale nel suo complesso sia nei confronti del Governo che di Alitalia e Trenitalia».

L'appello

Dietro all’appello della Filt non soltanto la preoccupazione «per un isolamento che penalizza 1,2 milioni di cittadini e le imprese di questa regione», ma anche l’impatto dell’attuale situazioni sul lavoro e sul reddito di chi opera dei due comparti e nel loro indotto. «Nel trasporto aereo – spiega Lorelli – sono in cassa integrazione un centinaio di addetti dell’aeroporto di Ronchi, peraltro in virtù di un accordo sulla cassa in deroga, firmato dalla Cisl, che esclude i lavoratori dalle integrazioni al reddito previste dagli accordi bilaterali e pertanto con penalizzazioni che possono arrivare fino al 50% della busta paga. Per quanto riguarda invece Trenitalia, il taglio di quattro coppie di frecce quotidiane sta determinando, oltre al ricorso alla cassa integrazione per il personale viaggiante, anche pesanti penalizzazioni per i lavoratori dei servizi in appalto, dalle pulizie alla ristorazione».

I trasporti

Il ritorno alla normalità nei collegamenti quotidiani con Roma e con Milano, pertanto, rappresenta una priorità assoluta. «Ha ragione chi sostiene – spiega Lorelli – che un’azienda come Alitalia, giustamente sostenuta dal Governo con il denaro di tutti i cittadini, non possa permettersi di escludere un’intera regione dai collegamenti con la capitale e con Milano. Così come Trenitalia non può prorogare sine die un regime a scartamento ridotto come quello attuale, con quattro coppie di Frecce soppresse ogni giorno nei collegamenti verso Milano e Roma. Oggi come oggi, c’è un solo treno al giorno da Trieste e uno da Udine che copre le due tratte senza cambio a Mestre, ed è francamente una situazione inaccettabile, tanto più con una situazione di partenza già penalizzante come quella del Fvg, segnata dai lunghi tempi di percorrenza necessari per superare il nodo di Mestre».

I tagli

La motivazione della scarsa domanda, addotta tanto da Alitalia che da Trenitalia, non può giustificare tagli così drastici: «Sul fronte dei treni regionali – spiega ancora Lorelli – i livelli di traffico passeggeri sono già saliti dal 10% medio del lockdown all’attuale 60%, calcolato sui volumi del 2019. Certo c’è un calo sensibile, ma è anche la dimostrazione che laddove si investe sulla ripresa del servizio ci sono le condizioni per una sensibile ripresa del traffico passeggeri. Ecco perché chiediamo che anche sul versante dei collegamenti nazionali ferroviari e aerei si investa per accelerare il ritorno alla normalità, come è stato fatto con il trasporto pubblico regionale su ferro e su gomma, limitando i contraccolpi dell’emergenza su lavoratori e cittadini».

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