Intervento congiunto dei carabinieri e della guardia di finanza di Udine nei confronti di cinque soggetti di etnia rom, "ritenuti di spiccata e attuale pericolosità sociale".

Dopo una serie di indagini, è emerso che il gruppo aveva svolto nel corso del tempo attività di truffa, estorsione, falso, furto, rapina, ricettazione e riciclaggio, reati per i quali erano già arrivate alcune condanne. Da una serie di accertamenti è emerso come, nonostante le dichiarazioni dei redditi fossero modeste o talvota nulle, i soggetti conducessero un elevato tenore di vita. Grazie ai proventi delle attività era stato accumulato un cospicuo patrimonio immobiliare e mobiliare, anche fittiziamente intestato a conviventi.

Grazie al "team interforze" dell'Autorità Giudiziaria, è stata emessa una misura ablatoria di tutti i patrimoni illecitamente accumulati: in particolare, tra i beni sequestrati, figurano tre immobili nella provincia di Udine e sette automobili per un valore complessivo di circa 500 mila euro.

A illustrare i risultati dell'operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Tito, il tenente colonnello Massimo Cucchini, al maggiore Alberto Granà al colonnello Salvatore Salvo e al colonnello Stefano Commentucci, insieme al procuratore di Udine Antonio De Nicolo che ha commentato: "Siamo andati dove volevamo trovare patrimoni accumulati da fonti illecite: continueremo a cercare situazioni simili ovunque".

Si tratta della prima applicazione della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali adottata dal Tribunale della Repubblica di Udine.

Le immagini del sequestro in via Argentina, nella zona di San gottardo.