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Cronaca

In viaggio con oltre 600 litri di birra importati illegalmente

Intervento della Guardia di Finanza di Gorizia nei confronti di un furgone proveniente dalla Slovenia: la bevanda trasportata era confezionata in bottiglie di plastica e lattine pronte per essere immediatamente rivendute

I finanzieri della Compagnia di Gorizia, nei giorni scorsi, nel contesto della diuturna attività di controllo del traffico di veicoli e persone in entrata ed in uscita dallo Stato, nei pressi del valico di San Gabriele del capoluogo isontino, hanno proceduto al fermo di un furgone proveniente dalla Slovenia, rinvenendo nel vano di carico 654 litri di birra, eccedenti la franchigia consentita (pari a litri 110) senza che le bevande fossero accompagnate dal prescritto documento amministrativo necessario per scortare le merci in sospensione d’accisa (imposta sulla fabbricazione e vendita di bevande alcoliche).

La birra trasportata era confezionata in bottiglie di plastica e lattine pronte per essere immediatamente rivendute. La bevanda era stata acquistata in Romania nei giorni antecedenti il trasporto ed è stata sottoposta a sequestro probatorio, d’iniziativa, ai sensi dell’art. 354 del codice di procedura penale. Tale provvedimento è stato, poi, convalidato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia.
Il conducente del mezzo, di nazionalità rumena, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 43 comma 1 lettera a) - “Sottrazione all'accertamento ed al pagamento dell'accisa sull'alcole e sulle bevande alcoliche” che prevede la sanzione della reclusione da sei mesi a tre anni e la multa, dal doppio al decuplo dell'imposta evasa. In ogni caso, la sanzione non può essere inferiore a 7.746 euro per colui il quale sottrae, con qualsiasi mezzo, alcole o bevande alcoliche all'accertamento o al pagamento dell'accisa.

La birra, infatti, unitamente al vino ed alle bevande fermentate diverse dal vino, ai prodotti alcolici intermedi ed all'alcole etilico fa parte delle bevande alcoliche sottoposte ad accisa. Il carico intercettato sarebbe stato rivenduto, a prezzi ridotti, in esercizi commerciali ubicati in provincia di Roma. Circostanza questa che, oltre a provocare un danno per l’Erario, avrebbe anche rappresentato una forma di concorrenza sleale verso le imprese che importano regolarmente le bevande alcoliche assolvendo l’imposta e che devono offrirla sul mercato a prezzi maggiori.

L’esito dell’ennesima attività di controllo effettuata, ancora una volta, conferma i molteplici e diversificati traffici di merci provenienti dall’Est Europa.
 

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