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dimissioni / Cividale del Friuli

Assessora e sindaca non si dimettono e girano l'accusa di violenza alla minoranza

L'opposizione in Comune a Cividale del Friuli, dopo il caso dell'opuscolo contro la violenza di genere, ha chiesto le dimissioni di sindaca e assessora: la mozione è stata respinta dalla maggioranza

Con 13 voti a 8 la maggioranza in consiglio comunale a Cividale del Friuli ha respinto le richieste di dimissioni della prima cittadina Daniela Bernardi a seguito del caso del volantino contro la violenza di genere. La richiesta coinvolgeva anche l'assessora Catia Brinis ed è stata prevedibilmente non accolta. Questo non ha però impedito che i toni si scaldassero, con un botta e risposta destinato a creare ancora più divisioni all'interno del consiglio cividalese. 

Che la maggioranza si schierasse compatta contro la richiesta di dimissioni, infatti, era prevedibile. «Nessuna sorpresa, ce lo aspettavamo. Dispiace però che la maggioranza non abbia voluto confrontarsi sulle mozioni all’ordine del giorno se non nelle dichiarazioni di voto, avrebbe potuto essere un momento di evoluzione rispetto alle posizioni prese che invece si è ridotto nella solita levata di scudi», commenta Fabio Manzini, consigliere comunale con Tutto un altro futuro e già candidato sindaco. «Per molti di loro in più la nostra è stata un'esagerazione o una strumentalizzazione, dimostrando di non aver capito a pieno quanto accaduto e l'onda di indignazione che si è estesa ben oltre ai confini del nostro comune. Non importa. Sono orgoglioso del lavoro fatto assieme ai miei colleghi di minoranza e di aver affermato con determinazione che la Cividale che vogliamo è un'altra», conclude riferendosi al fatto che la replica di Bernardi e Brinis è arrivata, dopo un sostenuto silenzio, su toni tutt'altro che concilianti. L'assessora, infatti, ha restituito al mittente le accuse di violenza, tacciando proprio l'incredula minoranza di aver usato con lei quell'atteggiamento che con l'opuscolo pubblicato si voleva evitare. Insomma: impossibile andare d'accordo anche su una questione sulla quale non ci sarebbe stato nulla da dire, se non abbassare la testa e ammettere di aver sbagliato. 


 

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