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Anche in Friuli incrociano le braccia i medici di famiglia

Sciopero indetto per oggi e domani dai medici di base, le guardie mediche, i medici dell'emergenza sanitaria territoriale e i medici della medicina dei servizi aderenti ai sindacati Smi e Simet

Possibili disagi a causa dello sciopero nazionale in corso oggi che proseguirà domai dei medici di famiglia. Ma non sono i soli ad incrociare le braccia. Anche guardie mediche, medici dell'emergenza sanitaria territoriale e medici della medicina dei servizi aderenti alle sigle sindacali medici italiani (Smi) e dal sindacato italiano medici del territorio (Simet). Per domani è prevista anche una manifestazione a Roma di fronte al ministero della Salute. "Piena solidarietà ai colleghi medici dell'area convenzionata che oggi manifestano il profondo disagio nell'esercizio della professione" a esprimerla è il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli che prosegue "I medici di medicina generale vogliono tornare a fare i medici. La protesta odierna conferma la volontà dei professionisti di recuperare il loro ruolo insostituibile di garanti del diritto alla salute, e va ascoltata”. Secondo Anelli: "questo disagio che è l'inevitabile conseguenza degli abnormi carichi di lavoro, spesso impropri, che la pandemia ha determinato. E che si sono innestati su un modello di assistenza territoriale che si è rivelato carente di quel personale, amministrativo e infermieristico, che sempre, e tanto più in questa pandemia, sarebbe stato necessario. Le scelte fatte nel passato dai decisori sono frutto di una cultura che considerava la sanità un costo da comprimere e la salute una spesa da contenere. Le conseguenze si sono riversate sui cittadini e sugli stessi medici, lasciati soli ad assistere gli oltre 12 milioni di persone che hanno contratto il Covid".

I motivi della protesta

La mobilitazione chiama a raccolta tutti i medici dell'area convenzionata a causa dei carichi di lavoro insostenibili e della mancanza di tutele. "Scioperiamo perché rivendichiamo, come tutti gli altri lavoratori, tutele concrete quali ferie, maternità, malattia; reclamiamo tutele certe in materie di sostegno ad handicap e sostituzioni per poter fruire del meritato riposo, nonché politiche serie sulle pari opportunità". Queste le motivazioni principali che spingono i medici di base allo sciopero, parlando di "carichi di lavoro insostenibili, mancanza di tutele, burocrazia aberrante e non ultimo il mancato indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid. Uno schiaffo, da parte dello Stato, soprattutto agli orfani di quei medici", si legge nella nota dell'Intersindacale medica. In questa pandemia, che ha travolto il mondo, sono le donne medico che hanno pagato il prezzo più alto. Il diritto al lavoro si deve coniugare al diritto alla vita familiare e personale. “Vogliamo riappropriarci del nostro ruolo e della nostra dignità professionale per poter curare al meglio i pazienti che a noi si sono affidati - prosegue la nota di Smi e Simet. I due sindacati hanno deciso di scioperare per dire "basta alla strisciante privatizzazione della medicina generale". Servono "più medici sul territorio: ad oggi nel nostro paese sono più di tre milioni i cittadini senza medico di famiglia. Le postazioni di guardia medica o vengono chiuse o accorpate per mancanza di personale. Le ambulanze del 118 sono senza medico a bordo. Vogliamo che i giovani medici siano attratti da questa professione, che oggi disertano al pari dei vecchi che si prepensionano. È ormai ineludibile l'istituzione di un corso di specializzazione in medicina generale".

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