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Caos Uti: dipendenti pubblici divisi fra sciopero e assemblea sindacale

Dipendenti pubblici separati questa mattina poco prima di mezzogiorno. Da una parte, in via Lionello, il picchetto di due ore proclamato da Cisal Enti locali e Ugl; dall'altra, all'interno della Sala Ajace, l’assemblea sindacale indetta da Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl. Coinvolti anche qui i dipendenti dell’Unione e quelli del Comune di Udine che fra pochi mesi entreranno a far parte del nuovo Ente. Dallo scorso 1° gennaio 2017 sono già 300 le persone che sono trasmigrate alla Uti Friuli Centrale, fra questi gli agenti della Polizia Locale, il personale dell’Ambito Socio-Assistenziale e quello dei Servizi Informatici.

Stesso orario, stesso luogo, insomma; divisi solamente da alcuni metri di distanza. Le richieste? Le medesime: i vigili e i dipendenti pubblici protestano e/o discutono per chiedere più tutele con l’applicazione della legge regionale 26/2014. Si chiede al datore di lavoro, ovvero alla Regione Fvg e al direttore dell'Uti Centrale, Giuseppe Manto, di dare risposte ai diversi punti già portati nei tavoli di contrattazioni precedenti: il ripristino delle indennità di turno, la riorganizzazione dei servizi e degli orari, un'adeguata rotazione, l'assunzione del personale ove carente e un’uniformità di trattamento economico fra gli ex dipendenti del Comune di Udine e quelli dei Comuni minori (Campoformido, Pozzuolo e Pradamano).

Un passaggio frettoloso che ha creato malumore e disparità, hanno spiegato i rappresentanti sindacali. “E' un marasma”, ci ha raccontato un vigile di uno dei Comuni minori che ci ha chiesto l'anonimato. “Non abbiamo un referente, né un comandante. In più - ha continuato-sono aumentate le spese materiali come ad esempio la benzina e la cancelleria. Ci è stato richiesto di svolgere pratiche nuove che non sappiamo nemmeno come sbrigare e che nessuno ci spiega. I cittadini, inoltre, non sanno più a quali uffici rivolgersi, né a quale indirizzo inviare i documenti. Nel mio Comune, ad esempio, non si può più pagare a mano nessuna contravvenzione. Il tutto, ovviamente,  a discapito dei cittadini. Vi faccio un esempio - ha proseguito-. Sapete quanto costava prima del passaggio all'Uti una semplice notifica di sanzione per un divieto di sosta?  14 euro . Ora ben 20! 6 euro in più che hanno pensato bene di caricare sulla cittadanza per rifarsi di alcuni oneri che la creazione dell'Unione ha comportato.”  

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