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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Sedegliano

Mangiarotti: scattano i contratti di solidarietà. Ora si spera nella multinazionale americana per evitare il fallimento

Incontro oggi fra la Cisl e la proprietà per la richiesta dei contributi di solidarietà per i dipendenti della Mangiarotti di Pannellia di Sedegliano, azienda leader nelle apparecchiature a pressione per il settore nucleare

Si prospetta un futuro meno incerto per i 314 lavoratori dei tre siti italiani dell'azienda con sede legale nella zona industriale di Sedegliano. Si tratta degli impianti di Pannellia, Monfalcone e Milano, per i cui dipendenti è stata richiesta e ottenuta la solidarietà per un anno (che prevede la riduzione del monte ore e della retribuzione) con possibilità di rinnovo per ulteriori 12 mesi. Ora si attende solo la firma a Roma al Ministero. Notizia ben accolta da sindacati e dai dipendenti, riuniti l'altro ieri in assemblea, che ora attendono quella che definiscono una decisione responsabile da parte dell'azienda, ovvero la cessione della maggioranza delle azioni al colosso americano della Westing House. Se infatti dovesse saltare il passaggio di proprietà alla multinazionale, è molto probabile si arrivi al fallimento.
L'incontro tra la Mangiarotti e la multinazionale è atteso per giovedì, nel frattempo la solidarietà permetterà all'azienda uno sgravio di lavoro. Infatti, nonostante ci siano commesse fino al 2018, la ditta non può farvi fronte, come spiega Sergio Drescig della Cisl: “E' vero che le commesse ci sono, ma l'azienda non è stata in grado di comprare la materia prima non avendo le garanzie bancarie”.

Quindi di fatto tutto è quasi fermo e la meraviglia dei sindacati stessi è come nessuno sia riuscito, nonostante la presenza delle commesse, a sbloccare il credito per la Mangiarotti, considerata un'eccellenza nel suo campo, per la progettazione e la realizzazione di apparecchiature a pressione per il settore nucleare
Noi abbiamo avuto diversi incontri con la Regione e Friulia, socio di minoranza di questa azienda, ma fino ad oggi non siamo riusciti a modificare la rigidità creditizia” ribadisce  Drescig.

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