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Cronaca

Sap e Consap non partecipano alla “Festa della Polizia”

La comunicazione delle Segreterie Provinciali dei due sindacati che hanno deciso di rinunciare alla cerimonia prevista oggi a Udine per il 166° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato

Nessuna Festa da celebrare per gli agenti iscritti ai sindacati di Consap e Sap 

Le motivazioni di Consap

"C’è poco da festeggiare per i Poliziotti. Di fronte ad un Governo che riduce drasticamente le risorse economiche e umane, di fronte alla chiusura di uffici territoriali strategici (come il Distaccamento di Polizia Stradale di Tolmezzo) e la ventilata chiusura del Commissariato di Tolmezzo (per il quale di fatto non sono state previste nuove risorse), di fronte allo svilimento delle funzioni di contrasto alla criminalità, di fronte allo smembramento e impoverimento di uffici come quello Armi e Passaporti, di fronte all’umiliazione che ogni giorno i poliziotti subiscono dall’interno,non possiamo presentarci in piazza con il sorriso stampato sulle labbra, vestiti a festa, con le auto nuove e luccicanti, a raccontare bugie alla popolazione.

Se da un lato è doveroso rendere onore ai nostri colleghi caduti nell’adempimento della nostra missione, d’altra parte le parole di circostanza, le statistiche e i risultati conseguiti che verranno divulgati durante la ricorrenza, non sono altro che meri meccanismi di propaganda e pubblicità che hanno il solo scopo di dare una visione distorta della realtà di questa Amministrazione e dare invece prestigio personale a qualcuno. Ma non ai Lavoratori di Polizia e del comparto sicurezza. La triste realtà è che ogni giorni i poliziotti si scontrano con situazioni di precarietà dei mezzi a disposizione, gravissime carenze di organico, continue modifiche di orario per sopperire alle quotidiane emergenze, impoverimento degli uffici di supporto che vengono sguarniti di personale e risorse finanziarie, percezione di una grave disorganizzazione di gestione a livello ministeriale. Oltre che disparità nel trattamento operate dalle dirigenze, le quali dimenticano sempre più spesso che sono chiamate a gestire Risorse Umane, anziché burattini e pedine.

In questa provincia il personale ha un’età media di 53 anni. I finti e scarsi trasferimenti di forza “giovane” attuati quest’anno (7 unità a fronte di un’emorragia di oltre 30 unità/annue) hanno tamponato per meno del 5% ai pensionamenti degli ultimi cinque anni. Il lavoro è stato ridistribuito tra il poco personale rimasto ancora in servizio. I servizi esterni aumentano. La gestione nazionale del personale denota mancanza di attenzione alla reale risoluzione dei problemi e al rispetto dei contratti di lavoro. Il personale di Polizia (ma anche quello civile in servizio presso gli uffici di polizia) viene continuamente umiliato e demotivato. Anche al cittadino non vengono dati i doverosi servizi: le Volanti in strada sono solo pattuglie “di facciata” e non riescono ad operare salvaguardando la sicurezza degli operatori; il controllo della Polizia Stradale sulle strada ordinarie è nullo e spesso vengono soppressi interi turni; i posti di Polizia ferroviaria sono sotto organico e spesso chiusi; gli uffici immigrazione e le frontiere sono chiamate ogni giorno a fronteggiare un’Emergenza Clandestini, anche se ormai sembra che questa vada considerata come normalità e non venga più essere chiamata “Emergenza”; gli uffici per il rilascio delle licenze e quelle delle armi vengono spesso chiusi e il personale dirottato verso altri servizi, lasciando di fatto inevase le pratiche; all’ufficio Immigrazione si lavora quotidianamente sotto pressione, sia dall’interno che dall’esterno.

E che dire del Contratto Nazionale appena rinnovato? Dopo una vacanza contrattuale di 8 anni (durante i quali nessun Governo ha voluto affrontare il tema sulle Forze dell’Ordine) tra ottobre e febbraio un Governo ormai dichiaratamente finito (quello Renzi-Gentiloni, per intenderci) ha steso da solo (senza minimamente tenere conto delle proposte e dei suggerimenti delle Organizzazioni Sindacali, che sono state scandalosamente umiliate, denigrate, minacciate e sfacciatamente ignorate ) una riforma delle Polizia (nella quale praticamente si spostano gli incarichi dai ruoli Dirigenziali verso i ruoli subordinati, liberando di fatto di responsabilità oggettive le figure più apicali e scaricandole verso “la truppa”) e poi un Contratto Nazionale “truffa” (nel quale si assegna un aumento economico ingente ai ruoli Dirigenziali, già “premiati”, e lasciando pochi euro di aumento ai Lavoratori di Polizia). Un’altra presa in giro per coloro che producono e mantengono in vita la Polizia. Poi ci mette lo zampino anche la Corte dei Conti a far ritardare la corresponsione di quei miseri euro a chi, comunque, a fine mese deve “onorare” i propri debiti.

Non possiamo continuare a lavorare così. Non è possibile che siano sempre i soliti (e umiliati) operatori di Polizia a mandare avanti la struttura, nonostante la cecità del Dipartimento, nonostante lo spirito “antipolizia” che prende spazio tra le file della politica e del governo, nonostante l’umiliazione che ogni giorno dobbiamo subire da chi da noi pretende il massimo, ma che invece si dilegua quando è il momento di dare risposte concrete al Paese e ai Cittadini onesti e indifesi. Che festa sarebbe questa per noi Poliziotti? La nostra Festa è poter fare bene il nostro lavoro, con onestà, tranquillità e confidando su uno Stato che ci tuteli. Noi che non siamo i suoi Servi, bensì Servitori."

Le motivazioni del Sap

Il Sindacato Autonomo di Polizia ha inviato anche una lettera a firma del Segretario Generale Stefano Paoloni, al Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, in cui si declina l’invito.

"Le motivazioni alla base di tale decisione, sono da imputare alla limitazione di libertà costituzionalmente garantite, di cui il SAP è stato oggetto recentemente, per l’ennesima volta. Ci riferiamo al procedimento per sospensione dal servizio avviato nei confronti dell’ex Segretario Generale, oggi Onorevole Gianni Tonelli, per aver, a suo tempo, denunciato sulla stampa come un’espressione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, il Prefetto Stefano Gambacurta, avesse prestato il proprio volto per un video inserito nel programma elettorale di un grande partito in corsa alle scorse politiche. Il SAP non dimentica e non accetta simili limitazioni, poiché limitare le libertà sindacali, significa inficiare il senso di democrazia, elemento cardine in una istituzione quale la Polizia di Stato. La festa della Polizia rappresenta un momento particolare anche e soprattutto per quei colleghi meritevoli che riceveranno onorificenze per il loro operato. Il Sap esprime compiacimento per questi colleghi, per quanto fatto, augurandosi che vi possano essere condizioni migliori che permettano di svolgere sempre meglio il proprio lavoro. La nostra assenza vuole semplicemente far comprendere che un Sindacato libero consente anche di perseguire importanti obiettivi per un apparato della sicurezza più efficiente, con organici adeguati, mezzi idonei, le necessarie tutele, meglio formato e livelli retributivi idonei".

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