Chiede più volte di essere operato, ma lo chiamano poche ore dopo la sua morte

Vicenda paradossale quella accaduta  fra la Carnia e l'Alto Friuli fra la fine del 2016 e l'inizio di febbraio. A raccontarla Paola Treppo per il Gazzettino. Un uomo, Graziano Perotti, di 76 anni, residente a Tarvisio, da Natale aveva chiesto aiuto ai medici per risolvere un problema vascolare per cui era necessario un intervento chirurgico. La mattina del 7 febbraio scorso, durante la telefonata per la comunicazione del tanto atteso intervento, il personale dell'ospedale scopre che Graziano è deceduto qualche ora prima. 

E' la moglie, Dantina Liva, a raccontare al quotidiano veneto la vicenda. Il 6 febbraio, visti i dolori lancinanti alle gambe del marito, la coniuge lo ha trasportato al pronto soccorso di Tolmezzo, dove si erano già recati in precedenza per i medesimi mali. Nonostante le fitte agli arti, anche in quella occasione il marito non è stato ricoverato, ma è stato fatto tornare a casa in attesa delle analisi e di un appuntamento che sarebbe stato programmato al più presto. La mattina dopo, il 7 febbraio, la scoperta da parte della signora Liva del corpo esanime del marito; poco dopo, verso le 8 la tardiva telefonata del nosocomio per comunicare la data del ricovero e l'amara notizia appresa da parte dell'operatore sanitario al telefono.

«Con tutti questi tagli alla sanità –  si è sfogata la signora - è chiaro che poi qualcosa non va bene. Vergognoso». In merito al caso la direzione dell'ospedale ha attivato un'indagine interna per fare luce sul caso. La famiglia Perotti, “per rispettare Graziano” ha rinunciato all'autopsia per procedere subito con il funerale.