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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sanità: i fisioterapisti chiedono investimenti sul personale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Per realizzare pienamente la riforma della sanità in Friuli Venezia Giulia sono necessari investimenti sul personale. Anche in occasione di un recente incontro sul fabbisogno formativo delle professioni sanitarie con la direzione regionale salute, l'AIFI, l'Associazione Italiana Fisioterapisti del Friuli Venezia Giulia, ha ricordato all'Amministrazione regionale la necessità di rafforzare il numero dei fisioterapisti in servizio presso le aziende sanitarie, un'esigenza, ricorda l'Associazione, che appare evidente anche guardando le cifre. Il numero dei fisioterapisti in forza alla macchina sanitaria regionale è rimasto pressoché stabile dal 2011 al 2016, con una variazione che oscilla fra i 482 e i 464. I fisioterapisti impiegati negli enti del Servizio sanitario regionale attualmente sono 475, ma più del 30 per cento del personale ha fra i 50 e i 62 anni, una situazione che lascia prevedere, in tempi relativamente brevi, pesanti uscite per pensionamento, con seri rischi per il servizio ai pazienti. Se non ci fossero nuovi investimenti sul personale e sulla formazione sarebbero a rischio gli obiettivi della riforma: potenziare l'assistenza primaria e contribuire a contenere l'insorgenza, o rallentare il decorso, delle malattie cronico/degenerative fornendo sostegno alle condizioni derivanti dall'esserne affetti. La riforma, ricorda Giorgio Sirotti, presidente regionale AIFI, "prevede che venga garantita risposta all'acuzie e alla continuità delle cure, ma anche che si affronti in modo nuovo la gestione delle malattie a lungo termine: è del tutto evidente - ha aggiunto - che il tema degli investimenti sul personale diventa indifferibile". "L'altissima diffusione delle malattie cronico-degenerative richiede risposte diverse da quelle che ora vediamo. Vanno garantiti percorsi semplificati, in grado di seguire le persone nel tempo. Il contributo che i professionisti dell'area della riabilitazione possono portare in termini di competenze e nuovi modelli è fuori discussione, ma dipende dal numero di professionisti in servizio e - aggiunge - l'applicazione della riforma sanitaria non può prescindere da una strategia regionale sulle risorse umane, di cui le professioni della riabilitazione sono parte significativa". AIFI chiede quindi all'amministrazione regionale e agli enti del Servizio sanitario regionale di avviare un programma di prospettiva e di lungo periodo, per assicurare quelle condizioni che consentano l'applicazione dei principi della riforma, e migliori servizi ai cittadini.

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