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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro / Viale Europa Unita

Da oggi in stazione c'è il "punto salvezza" per "gli ultimi"

Presentato il primo Safe Point del Friuli Venezia Giulia, gestito dalla Croce Rossa. «Il servizio sarà una porta d'accesso per coloro che spesso sono dimenticati"

Inaugurato nel piazzale di fronte alla stazione ferroviaria il primo Safe Point della regione, firmato Croce Rossa Italiana. Il punto di accoglienza, che vedrà all'opera infermieri, educatori, assistenti sociali, psicologi e volontari, è pensato per tutte le persone che si trovano in difficoltà.

Il servizio

Il Safe Point sarà attivo ogni mercoledì sera dalle 21:30 alle 00:30. Col servizio funzionerà anche un'unità mobile di volontari – "Unità di strada" – che provvederà a una mappatura del territorio sette giorni su sette. L'unità mobile varierà il suo percorso in base alle segnalazioni dei cittadini e delle forze dell'ordine. Per quanto riguarda il Safe Point invece «ci saranno volontari preparati e formati su quelle che sono le nuove povertà o su quelle che sono le domande comuni che ogni persona che vive in strada può chiedere – ha affermato Andrea Spinato della Cri – da dove andare a fare la doccia, a quelle che sono le forme di sostentamento al reddito». I volontari sono inoltre stati preparati a riconoscere i campanelli d'allarme e quindi a indirizzare ai servizi competenti la persona.

Il sostegno

«Il servizio andrà a coprire una di quelle fette di bisogno per le quali attualmente siamo scoperti  – ha dichiarato l'assessore alla salute del comune di Udine, Giovanni Barillari  – e Croce Rossa è un partner insostituibile per i servizi sociali e le cure all'assistenza per gli ultimi della società». Il presidio sarà di tipo sociale e assistenziale, e «la collaborazione tra comune di Udine e Croce Rossa è veramente preziosa. Questo presidio sarà una porta d'accesso per gli ultimi, che spesso sono dimenticati».

L'idea

Il Safe Point è un'idea nata in Sicilia, in seguito all'aumento del numero di migranti sul territorio. «Sia il cittadino italiano che il profugo si sentiranno al sicuro con la possibilità di chiedere informazioni e di essere, grazie anche alle collaborazioni con altre istituzioni e con la Caritas, indirizzati ai servizi del territorio» ha ricordato la dottoressa Maieli del comitato nazionale Croce Rossa.

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