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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

I giovani udinesi: "Vogliamo uno spazio per i concerti in città"

Dal gruppo organizzato su Facebook "We don't want a no fun city" nasce un movimento spontaneo per chiedere più tolleranza ai residenti e luoghi di aggregazione. "Ci vuole un cambio di mentalità"

Il caso Homepage non ha di certo lasciato indifferenti i giovani udinesi, che oggi si sono riuniti in corte Morpurgo sotto lo slogan "We don't want a no fun city". Non si tratta solo di un proclama, ma anche di un gruppo Facebook che in un giorno ha raccolto quasi 800 membri, insieme per un'unica richiesta: "poter vivere la città". Tutto nasce dal caso Homepage, l'Arpa ha imposto lo stop ai concerti a mezzanotte, dopo una serie di esposti arrivati dai residenti della zona. Ma Homepage non è l'unico caso. Da un anno a questa parte sono tanti i bar che sono stati sequestrati o costretti a chiudere in anticipo per le proteste dei residenti, è successo al Retrogusto, al Tetris, a tutti i locali di via Manin e persino al cinema all'aperto del Visionario. Per questo è nato spontamentemente il gruppo che ha raccolto velocemente tante adesioni e che altrettanto in fretta ha organizzato un'assemblea pubblica in corte Morpurgo, che ha visto partecipare una quarantina di giovani. Anche lo scorso anno, più o meno nello stesso periodo, sono state nate una serie di manifestazioni spontanee contro l'ordinanza di via Manin, che chiedeva la chiusura dei bar alle 23 e contro il sequestro del Retrogusto.

"Si tratta di una prima riunione, per conoscerci e capire cosa si può fare - spiega uno degli organizzatori, Sebastiano Orgnacco - anche se, come spiegato già dal Comune, tutto dipende dall'Arpa. Sicuramente ci mobiliteremo online e stiamo pensando a una raccolta firme. Quello che serve concretamente è un luogo di ritrovo, un posto dove poter suonare e ascoltare dei concerti. Ci vantiamo tanto di essere una città universitaria, ma poi l'unica alternativa per i giovani è quella di trovarsi in un bar, mentre gli studenti sono desiderosi anche di iniziative culturali e musicali. Adesso la limitazione riguarda il parco del Cormor, ma in passato ha interessato altre realtà. Quando le temperature diventeranno più rigide, Udine si trasformerà in una città morta, senza un luogo dove poter ascoltare musica. C'è il Tetris, c'è Casa Aupa, ma non sono sufficienti ad ospitare un pubblico più ampio".

Non ci sono soluzioni immediate, ma tanta consapevolezza da parte dei giovani. "Ci rendiamo conto che siamo noi a provocare gli schiamazzi e a sporcare la strada - continua Orgnacco - lo riconosciamo e possiamo cercare di evitare situazioni di disagio, ma anche i residenti dovrebbero avere un po' di tolleranza. Forse non c'è bisogno di azioni concrete, ma di un cambio di mentalità, e questa è la parte più difficile. Da anni non è più il pubblico ad avere l'ultima parola sui concerti, ma sono i residenti e mica tutti! A volte ne bastano due per far chiudere un locale".

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