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Cronaca

Ritrovati gli scheletri di un uomo e una donna negli scavi per l'ascensore del Castello

Durante gli scavi archeologici sul colle del Castello di Udine, propedeutici ai lavori di realizzazione dell’ascensore sono stati individuati i resti di un poderoso edificio rinascimentale e di una piccola abitazione di epoca precedente: gli ultimi approfondimenti hanno messo in luce anche alcune sepolture di epoca tardoantica/altomedievale

Durante il mese di ottobre sono cominciati gli scavi archeologici sul colle del Castello di Udine, propedeutici ai lavori di realizzazione dell’ascensore commissionati dal Comune. Le indagini finora avevano consentito di individuare i resti di un poderoso edificio rinascimentale e di una piccola abitazione di epoca precedente, mentre gli ultimi approfondimenti hanno permesso di mettere in luce anche alcune sepolture di epoca tardoantica/altomedievale.

Gli scavi

Si è resa necessaria la realizzazione di un sondaggio di scavo, di dimensione 12 per 8 metri, in corrispondenza del futuro vano ascensore, a seguito dell’individuazione di elementi archeologicamente rilevanti nel sottosuolo, emersi dalle indagini geofisiche preliminari eseguite da Sandro Veronese. Le opere di scavo archeologico sono condotte dalla ditta Archeotest S.r.L. sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Giorgia Musina della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

L'indagine

Si tratta di una scoperta in parte inaspettata, in quanto la sommità del colle del Castello fu intaccata nella prima parte del secolo scorso da scavi per la posa di estese infrastrutture idriche. L’indagine intrapresa il mese scorso ha permesso di riportare in luce, fin dalla prima settimana, i resti di un edificio d’epoca rinascimentale (XIV – XV secolo), i cui limiti esatti non sono noti, ma di cui si sono individuati almeno quattro ambienti, uno dei quali conserva tracce di intonaco bianco alle pareti. Il cattivo stato di conservazione del deposito archeologico, compromesso da precedenti scassi per la posa dei sottoservizi, rende problematica l’interpretazione delle strutture. Delle murature originarie si conservano infatti solamente le fondazioni di 75-80 cm di spessore, costituite da pietre e grandi ciottoli legati da malta. Appartiene invece a un periodo cronologico precedente un pavimento in terra battuta con una buca di alloggiamento di un palo di sostegno della copertura, entrambi riferibili probabilmente a una costruzione in materiale deperibile.

Le sepolture

Negli ultimi giorni sono infine state messe in luce due sepolture prive di corredo, che le antropologhe Luciana Travan e Paola Saccheri della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Udine hanno identificato a seguito di un primo sopralluogo come appartenenti a un uomo e una donna piuttosto anziani. L’analisi preliminare dei reperti ceramici emersi dalla stratigrafia data le due sepolture e la capanna a un periodo compreso tra V e VIII secolo d.C.

Alla luce delle evidenze archeologiche che stanno affiorando, i lavori di apprestamento dell’ascensore rappresentano un’importante occasione per verificare le caratteristiche e lo stato di conservazione del deposito stratigrafico riferibile alle prime fasi insediative del colle del Castello di Udine.

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