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Cronaca

Crisi editoria: rischio chiusura per l'emittente televisiva Free Tv

Dopo il recente addio al free press "Il Quotidiano Fvg", si prospetta nel settore un'altra preoccupante cessazione, quella del giovane canale locale di proprietà della trevigiana TVision. Honsell: “Grave per la città se si perde pluralismo informazione”.

Dopo la chiusura definitiva del free press "Il Quotidiano Fvg", un'altra voce in Friuli Venezia Giulia potrebbe a breve venire a mancare. Dopo quasi 4 mesi di mancati stipendi, infatti, parte dei giornalisti e dei tecnici di Free, canale di proprietà di Thomas Panto, controllata dalla trevigiana TVision, ha deciso di astenersi volontariamente dal lavoro. E proprio ieri, al primo giorno di braccia incrociate, Free è scomparsa dalla sua solita posizione, il 17, sostituita dalle trasmissioni di Antenna Tre Nord Est e spostata in bassa risoluzione sul 272. “Non si tratta di uno sciopero - ha spiegato il consulente del lavoro Simone Tutino che assiste quattro di loro sulle pagine de Il Piccolo -, ma di astensione dal lavoro, perché i lavoratori non hanno nemmeno le risorse per effettuare gli spostamenti da casa al luogo di lavoro.

A peggiorare le sorti del canale, stando alle voci, la mancata acquisizione di Free da parte del canale della famiglia Pozzo, Udinese Channel, “Ad indurci all'astensione dal lavoro- spiega il consulente Tutino- è stato anche il fatto che l'azienda in questi giorni ha richiesto ai suoi giornalisti la sottoscrizione di un accordo in sede sindacale per sollevare Antenna Tre NordEst da ogni eventuale inadempimento commesso negli anni e/o da responsabilità per illeciti. Noi abbiamo detto che avremmo firmato questo atto solo quando ci fosse stato un passaggio alla nuova società, ma ciò non si è verificato, così abbiamo deciso di procedere”.

Sul tema è intervenuta anche l'Associazione della Stampa del Fvg che preoccupata, ma sempre più rassegnata, denuncia: "Un'altra voce tace nel Fvg". Più speranzosa, invece, l'opinione e l'auspicio del sindaco di Udine, Furio Honsell: “Che la città di Udine rischi di impoverirsi di una voce giornalistica diventata negli anni sempre più importante come quella dell'emittente Free, è un fatto molto grave che andrebbe evitato. La libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione – prosegue Honsell – sono due dei pilastri su cui si fonda la democrazia. Spero che la proprietà di Free e Antenna Tre trovi una soluzione che possa far ripartire la normale programmazione dei servizi giornalisti, così come riesca a tutelare e garantire i diritti dei lavoratori. Nel caso in cui Udine dovesse perdere un'altra voce, questo rappresenterebbe un effettivo impoverimento per tutta comunità e per tutti i cittadini di acquisire una dimensione critica. Sia come sindaco e come cittadino – conclude – sono quindi a fianco dei giornalisti e degli operatori che in questi anni hanno prestato servizio con grande professionalità”.

Ma non tutto è ancora perduto. Quella dei giornalisti, sottolinea il consulente del lavoro Simone Tutino, non è una dichiarazione di guerra all'azienda: “Siamo disponibili in qualsiasi momento a sederci a un tavolo di trattativa, per sanare le posizioni e per riprendere il lavoro. Ma se nulla dovesse accadere i lavoratori dovranno licenziarsi per giusta causa, anche al fine di poter accedere alle liste di disoccupazione con tutte le tutele previste dalla legge”. Ma l'azienda di Panto, per bocca del suo amministratore delegato, Antonio Barcella, al momento si è limitata a sminuire la gravità della situazione. Sulle pagine del Messaggero Veneto, l'amministratore delegato ieri ha affermato di non sapere nulla riguardo l'astensione dei suoi dipendenti e la sostituzione del canale, ma ha parlato di alcune prove tecniche in quanto il ramo Friuli è in fase riorganizzativa. Prove che, stranamente, continuano tuttora.

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