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Uniud / Via Pozzuolo, 330

L'ex parco Sant'Osvaldo rinasce per merito degli studenti di Uniud

Sotto la guida di Cristina Conti e di Giovanni La Varra, entrambi del dipartimento politecnico di ingegneria e architettura, gli studenti stanno preparando alcune idee per la valorizzazione del patrimonio esistente e la rigenerazione dello spazio

Tavolo tecnico ieri per parlare della riqualificazione del comprensorio di via Pozzuolo sede dell’ex ospedale psichiatrico al quale hanno partecipato i referenti di Asufc, Arcs, della direzione centrale sanitaria della Regione, la soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il presidente del Consiglio di quartiere Marco Bernardis e l’Università degli studi di Udine che ha il ruolo di disegnare in modo coerente lo sviluppo dell’area.

Le idee

Proprio l’ateneo udinese sta sviluppando con gli studenti sotto la guida di Cristina Conti del dipartimento politecnico di ingegneria e architettura e del collega Giovanni La Varra, alcune idee per la valorizzazione del patrimonio esistente e la rigenerazione dell’ex parco di Sant’Osvaldo. Tutto questo nell’ambito del laboratorio didattico di progettazione del primo anno di laurea magistrale,

L’obiettivo è restituire alla cittadinanza degli spazi di condivisione, soddisfatte le esigenze funzionali sanitarie, tenendo conto di alcuni elementi quali sostenibilità, inclusione, salute e benessere e  biodiversità. Gli studenti hanno sviluppato dei masterplan in gruppo e delle proposte individuali di progetto di parco urbano valorizzando alcuni edifici ubicati nell’area che presenteranno a febbraio nella loro sessione d’esame. Il risultato sarà condiviso anche con il tavolo tecnico.

Per Riccardo Riccardi, vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, il metodo adottato con la partecipazione dell’ateneo, degli studenti e il coinvolgimento dei portatori di interesse è da valorizzare: prosegue per obiettivi concreti e arricchisce un progetto complesso a cui dare risposte adeguate e coerenti”. Ed ha aggiunto: "In questa fase iniziale della progettazione è necessario mantenere la memoria del luogo e salvaguardare le funzioni già presenti all’interno del parco quali ad esempio la riabilitazione, la salute mentale, le dipendenze, le strutture residenziali. Vanno quindi tenute in considerazione le esigenze di queste componenti, ma è necessario restituire alla città e al quartiere uno spazio di assoluto pregio con servizi capaci di dare risposte in termini di sanità territoriale. Riccardi ha concluso dicendo: "Bisogna immaginare un’area dedicata alla memoria ma anche in grado di rispondere alle istanze del territorio così che quel muro fisico e mentale che c’è stato nei confronti del manicomio sia completamente demolito. Finita questa fase sarà necessario il coinvolgimento aperto alla discussione per le funzioni da insediare”. 

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