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Cronaca

Il pubblico impiego allo strenuo: tra molte ombre e poche luci

La fotografia del comparto scattata dalla Cisl. In regione oggi i big nazionali

Conto alla rovescia anche in Friuli Venezia Giulia per il rinnovo delle Rsu del pubblico impiego, in programma i primi di marzo. Ad aprire la campagna, con la presentazione delle liste dei candidati, è stata la Cisl regionale che, ieri a Tricesimo, dinnanzi ad una platea di otre 400 delegati ed i big nazionali di categoria (Francesco Scrima per la Scuola, Giovanni Faverin per la Funzione Pubblica e Maurizio Bernava in rappresentanza della Confederazione) ha colto l’occasione anche per scattare la fotografia di un comparto stretto tra contratti scaduti e necessità di riforme strutturali serie e di prospettiva. Una fotografia, dunque, con poche luci e molte ombre, anche per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia dove a pagare l’ingiustificato blocco contrattuale del pubblico impiego sono 85.000 lavoratori. “Solo con una nuova contrattazione si può dare al settore pubblico una spinta al cambiamento. Non è pensabile che non si trovino 2,1 mld su 833 di spesa pubblica per il rinnovo” – va giù duro il segretario generale regionale della Cisl Fp, Massimo Bevilacqua, che spinge sulle partite aperte della razionalizzazione e riorganizzazione per recuperare tutte quelle risorse oggi sottratte, ad esempio, dagli sprechi, dalla disorganizzazione, dalle cattive gestioni, ma anche da esternalizzazioni selvagge, appalti anomali e consulenze amicali. “E’ora di andare avanti su questa strada, di investire davvero nel pubblico” – incalza Bevilacqua, individuando anche nella lotta senza quartiere al precariato (ormai a tempo indeterminato) l’azione della Cisl Fp, anche a livello regionale. “Siamo riusciti a stabilizzare 228 precari al Comune di Trieste ma ancora troppi sono i precari nel settore pubblico: 400 in Sanità e 70 nei Centri per l’Impiego ed altri  500 negli Enti Locali, oltre ai 290 lavoratori interinali per i quali abbiamo chiesto una corsia preferenziale nei concorsi”. Ma tra le anomalie di un sistema che va assolutamente riformato vi è anche la mortificazione dei lavoratori, sacrificati in nome del risparmio di spesa. “Oggi – commenta ancora il segretario della Cisl Fp – ci troviamo con un personale ridotto di quasi 370 mila unità, di cui 1.200 in Friuli Venezia Giulia, e la spesa pubblica aumentata da 788 a 835 miliardi. Con il conseguente indebolimento del servizio pubblico e lo svuotamento del patrimonio professionale. Come a dire, basta riformare senza una idea precisa, senza una organizzazione, senza una prospettiva. Le riforme si fanno con qualità, investimenti, strategia ma soprattutto si fanno con il contributo dei lavoratori e delle parti sociali. 

Stesso appello alla concertazione vis a vis e non solo on line dal mondo della scuola, che anche in Friuli Venezia Giulia più che essere riformato sembra rincorrere l’obiettivo dello smantellamento. “Inutile negare che viviamo una stagione di grande confusione – commenta il segretario generale di categoria, Donato Lamorte - con la scuola messa in ginocchio da scelte politiche scellerate”, l’ultima, in ordine di tempo, una legge di stabilità che prevede, come se non bastassero quelli già praticati, ulteriori tagli: 400 milioni di finanziamenti e 2.000 lavoratori tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolatici. Ad alimentare il caos si aggiunge, in Friuli Venezia Giulia la sedia vacante, ormai da luglio scorso, del direttore regionale, oltre alla mancanza di tutti i dirigenti degli uffici scolatici provinciali. “Senza contare – rincara Lamorte – che su 172 scuole, ben 43 sono sotto reggenza, 6 risultano sottodimensionate ed in una quindicina manca il direttore dei servizi generali ed amministrativi”. Le difficoltà sono, dunque, evidenti specialmente per quanto riguarda la gestione degli organici del personale docente ed Ata, stante anche che ad oggi non è ancora stato nominato il cosiddetto coordinatore. “Il problema – spiega il segretario della Cisl Scuola Fvg – è che continuiamo ad essere in balia di nomine temporanee, che non assicurano la continuità organizzativa e d’indirizzo al sistema scolastico regionale”.

“Quello che tutte le pseudo riforme stanno dimenticando – concludono amaramente all’unisono Bevilacqua e Lamorte – è la valorizzazione ed il giusto riconoscimento dei lavoratori: si dimentica che se i servizi pubblici e la scuola continuano in qualche modo ad essere garantiti è grazie alle professionalità che vi operano all’interno con dedizione e senso del dovere”.

Per quanto riguarda l’elezione delle Rsu, in Friuli Venezia Giulia si voterà dal 3 al 5 marzo. 

Per la Funzione Pubblica saranno coinvolti tutti i dipendenti a tempo indeterminato e determinato e grazie alla Cisl anche i lavoratori precari: saranno coinvolti i 16500 nella Sanità, 14500 nel Comparto Unico (Regione Province Comuni), 200 nelle CCIAA e  5000 nel settore Ministeri, Epne, Agenzie, etc. Per la Cisl Fp i candidati sono 500.

Per la Scuola saranno coinvolti circa 14.500 lavoratori. Per la Cisl Scuola i candidati sono 601.

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