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Aiuti fino a 30 euro a rifugiato, in Fvg sono oltre 3000

Per le famiglie che ospitano i profughi ucraini sono previsti contributi giornalieri in denaro per ogni ospite. Fedriga lancia un monito: "Importante distinguere tra rotta balcanica e profughi ucraini"

Dai 25 ai 30 euro per ogni rifugiato ucraino ospitato da privati. Un contributo per chi ha aperto le porte di casa per ospitare parenti, amici o anche sconosciuti in fuga dall'orrore della guerra. Lo ha dichiarato il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: "Stiamo lavorando a una misura che sarà valida per tre mesi, per venire incontro alle famiglie che ospitano. Importante distinguere tra rotta balcanica e profughi ucraini". Dichiarazioni che hanno suscitato qualche polemica a livello politico.

Approvata la nuova legge regionale sull'immigrazione

Questi soldi sono destinati a contenere i costi di spesa e bollette e verranno dati direttamente ai profughi. In regione sono 3150 quelli ospitati, fino ad ora. La maggior parte sono stati accolti da privati. Nella giornata di ieri c'è stata una riunione della Conferenza delle Regioni sull'ordinanza in firma dal capo della Protezione civile nazionale proprio per determinare questo tipo di aiuti. Per chi, in arrivo dall'Ucraina, si troverà una sistemazione in modo autonomo è previsto un contributo tra i 500 e i 600 euro mensili sempre per tre mesi. E verrà aumentato anche il contributo giornaliero per i centri di accoglienza portandolo da 21 a 33 euro a persona. Le strutture regionali stanno, al momento, ospitando quasi 450 ucraini. Infine, anche i comuni riceveranno un contributo di circa 50 euro per ogni profugo."Oggi il numero di profughi dall'Ucraina è gestibile a livello nazionale - ha spiegato Fedriga - ma ci preoccupa la sommatoria con l’immigrazione proveniente dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo. Oltretutto bisogna avere consapevolezza che i due percorsi devono essere ben distinti, soprattutto per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati. Dall’Ucraina arrivano minori dai 6 ai 14 anni circa, dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo arrivano sedicenti 17enni che in realtà sono maggiorenni. Non possiamo pensare di mischiare i due percorsi, dobbiamo tutelare al massimo le persone che scappano dalla guerra".

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