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Cronaca

Stagisti senza lavoro e senza rimborso, la situazione di un'universitaria

A causa dell'emergenza sanitaria si sono interrotti anche gli stage per disoccupati: le persone non stanno più percependo i rimborsi spese, loro unica entrata economica

Tra le tante categorie in grande difficoltà durante questa emergenza sanitaria presto diventata anche economica, c'è anche quella degli stagisti che si sono visti sospendere il loro status, non solo di attività, ma anche di rimborso. Un rimbroso spesso necessario, perché per partecipare a determinati stage il requisito è quello della disoccupazione e quindi di reddito zero. Senza nemmeno quei soldi, per queste persone non c'è nessun tipo di entrata.

Una testimonianza

«Io ho 27 - ci racconta una stagista nel settore finanziario - e sono laureanda magistrale a Udine. Da quasi 2 mesi e mezzo sono a casa, così come altre centinaia di miei colleghi stagisti, in sospeso. Era il 10 marzo quando ci è stato comunicato di stare a casa e che il nostro tirocinio sarebbe stato sospeso». Quasi tre mesi senza sapere nulla del proprio presente e del proprio futuro. 

«Lo stato di sospensione per noi stagisti è in realtà uno stato di agonia: sei rimasto a casa da lavoro e non solo non sai quando potrai tornarci ma anche vivi con l’angoscia di non percepire alcun rimborso spese. C’è chi si vergogna a dirlo, chi ha paura, come se del desiderio di vedersi riconosciuta una dignità ce ne si dovesse vergognare. Rompiamo il silenzio: siamo a casa non pagati». Il problema principale è che, in quanto stagisti, queste persone non hanno diritto né a ricevere il rimborso spese, né ad accedere ad alcun ammortizzatore sociale, come i 600 euro o la cassa integrazione e su quel rimborso speso ci facevano quindi affidamento in quanto unica entrata percepita. 

Il rimborso spese

«Il rimborso spese è per sua natura collegato a spese sostenute, anche se forfettario, ma non è assimilabile al reddito da lavoro», è la definizione data di rimborso dai referenti dell'Università di Udine. Ma per chi lo percepisce si tratta, come detto, dell'unica entrata di soldi. «Sebbene io sappia benissimo che un rimborso spese non sia minimamente paragonabile a un reddito da lavoro - continua la stagista - posso assicurarvi che gli stagisti ci pagano affitti, bollette e ci fanno anche la spesa con quei soldi, ne deriva che venendo a mancare questa entrata non ci si trovi proprio in una bella situazione rosea. Il fatto di non aver sostenuto delle spese per andare a lavoro (perché non ci siamo più andati) non ci ha però autorizzati a non onorare più le spese di altra natura».

Le politiche per l'occupazione

Quello che questa stagista laureanda lamenta è la mancanza delle istituzioni nel suo caso specifico: lei sta facendo un tirocinio curriculare con il progetto PIPOL, Garanzia Giovani, un piano integrato di politiche per l’occupazione , che “integra le misure a favore dei disoccupati e delle persone a rischio di disoccupazione previste dal programma regionale POR FSE 2014/2020 e quelle previste dal Programma Operativo Nazionale di Iniziativa Occupazione Giovani (PON IOG)”. La domanda che la 27enne si è fatta - ed ha posto ai referenti Pipol - è se qualche istituzione, in questo caso la Regione Fvg, abbia destinato degli indennizzi a sostegno degli stagisti, non ricevendo ad oggi però nessuna risposta. 

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