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Cronaca Cavazzo Carnico

Idroelettrico: si ipotizzano proroghe trentennali delle concessioni, fuori gara

Il Coordinamento Comitati Grande Idroelettrico dell’Arco Alpino ribadisce la sua ferma contrarietà a ogni proroga delle concessioni idroelettriche

Le ultime notizie parlano di società concessionarie in via di trattativa con il Governo per una proroga - si parla trentennale - delle concessioni sull'idroelettrico scadute, a fronte di investimenti per 10-15 miliardi. Il Coordinamento comitati grande idroelettrico dell’Arco Alpino e i singoli comitati che in questo si riconoscono, ribadiscono in una nota la loro "ferma e motivata contrarietà" a ogni ipotesi di proroga delle concessioni.

La contrarietà

"Negli ultimi quarant’anni si sono già succeduti ben dodici provvedimenti di legge che hanno prorogato le concessioni, persino oltre i cinquant’anni, e alcuni di questi furono motivati proprio con la necessità di rinnovare gli impianti. Il fatto stesso che oggi si torni a chiedere un proroga come condizione per investire, dimostra che le dodici proroghe precedenti non hanno avuto alcun effetto sul rinnovamento degli impianti". Per il comitato, se le grandi società concessionarie "ritengono che 10-15 miliardi di investimenti in dieci anni siano uno sforzo straordinario, allora potrebbero serenamente affrontare le gare". Il motivo per cui non lo fanno, secondo la nota del comitato, "è perché in realtà sanno che qualche competitore potrebbe offrire di più: solo la gara può, nel pubblico interesse, estrarre il massimo valore da una concessione scaduta".

Gare di rinnovo

Il rinnovo degli impianti, pur importante, non è l’unico fattore in gioco. Le gare di rinnovo sono un'occasione unica per ridefinire le concessioni applicando le più recenti norme ambientali e paesaggistiche, definendo le misure di compensazione a favore delle comunità impattate dalla presenza degli impianti, individuando interventi di miglioramento della sicurezza e procedendo finalmente al recupero della capacità d’invaso. "Tutti questi obiettivi sarebbero vanificati dalle proroghe in capo a quei soggetti che finora hanno ignorato le esigenze della comunità e del territorio. Anche l’argomento dei concessionari uscenti secondo cui le gare potrebbero andare a favore di operatori stranieri è privo di fondamento: su 74 concessioni in scadenza 18 sono di una società controllata dallo stato francese e altre due sono partecipate dalla stessa al 49%, 13 sono di una società per il 40% partecipata da un fondo australiano, 3 fanno capo a una società controllata da un gruppo industriale tedesco: solo 4 concessioni appartengono a società totalmente italiane".

Secondo Franceschino Barazzutti, già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero del Tagliamento, "le grandi società concessionarie, anche quando si definiscono come “multi utility”, hanno ormai perso il legame con il territorio, volendo in realtà far entrare nel settore idroelettrico fondi speculativi che finanzino gli investimenti". All’opposto, i comitati ritengono che si debba, attraverso le gare di rinnovo, "passare a un modello completamente diverso, che vede finalmente la partecipazione degli enti locali, quindi delle comunità, alle concessioni".

Le richieste

"Chiediamo perciò, come già previsto dalla legge vigente, che le gare si svolgano al più presto secondo il modello pubblico-privato, dapprima affidando delle concessioni a società totalmente pubbliche – che devono essere rappresentative dei territori interessati, tramite provincie e comuni – e poi mettendo a gara la scelta di un partner privato minoritario, che sarà responsabile della gestione degli impianti e dell’energia prodotta. Questa è la soluzione che, meglio di ogni altra, rispecchia l’obiettivo di avvicinare la produzione di energia alle comunità locali nel solco – ad esempio – dell’enfasi sempre maggiore che tanto l’Unione Europea quanto l’Italia riservano alle comunità energetiche. È inaccettabile che si voglia ancora decidere sulle concessione nell’interesse di pochi grandi operatori e passando, per l’ennesima volta, sopra la testa delle comunità locali. I nostri Comitati si attiveranno perciò da subito per presentare ai ministeri interessati le non più ignorabili richieste del territorio e daranno il via a una campagna informativa della popolazione".

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