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Cronaca

Digiuno a staffetta in Fvg per protestare contro i respingimenti della rotta balcanica

L'iniziativa è partita dalla Rete Dasi del Friuli Venezia Giulia e sta coinvolgendo e raccogliendo adesioni in diverse zone d'Italia

Si moltiplicano i consensi alla campagna “Tutte le vite valgono #rottabalcanica #norespingimenti” promossa dalla Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale FVG che propone un digiuno a staffetta per denunciare la pratica dei respingimenti a catena messi in atto da Italia, Slovenia e Croazia nei confronti dei migranti provenienti dalla Rotta balcanica. Partita dalla nostra regione, l’iniziativa raccoglie ora appoggi da diverse zone dell’Italia: nel mese di febbraio, per dare spazio alle tante e diverse adesioni, raddoppieranno, da 2 a 4, le persone che ogni giorno parteciperanno al digiuno.

I fatti

Intervenendo sulle “riammissioni” dei migranti effettuate e rivendicate dal Governo italiano, il 18 gennaio 2021 il Tribunale di Roma ha emanato una sentenza in cui si afferma che “la prassi adottata dal Ministero dell'Interno in attuazione dell’accordo bilaterale con la Slovenia è illegittima sotto molteplici profili”. 

In Friuli Venezia Giulia

La Rete DASI segnala con estrema preoccupazione quanto accaduto sabato 30 gennaio a una delegazione di europarlamentari fermata dalla polizia croata nei pressi del confine bosniaco mentre cercava di ispezionare la zona dove i migranti vengono abitualmente respinti. La delegazione avrà modo di accertare, nelle prossime ore, il rispetto delle norme italiane ed europee in materia di diritto d'asilo, nonché le condizioni delle migliaia di persone bloccate in Bosnia, tenendo conto delle denunce internazionali sulle violenze e torture da loro subite durante gli spostamenti verso i Paesi dell'Unione Europea.

Il digiuno

"Mentre i media regionali, nazionali ed internazionali si stanno finalmente occupando della Rotta balcanica e ”Save the Children” segnala i respingimenti di moltissimi minori, le cittadine e i cittadini che aderiscono al digiuno a staffetta rifiutano l’indifferenza e chiedono di cessare ogni pratica illegale e disumana nei confronti dei migranti, di consentire loro di accedere alla protezione internazionale, di attuare un piano di ricollocamento europeo delle persone bloccate nel cantone bosniaco di Una- Sana, alleggerendo così la pressione dell’emergenza umanitaria in quella zona", si legge in una nota diramata dalla Rete DASI Fvg.

Le adesioni

Nella prima settimana di febbraio, tra le tante persone che parteciperanno al digiuno a staffetta, segnaliamo l’adesione di Angela Azzaro, vicedirettrice del quotidiano “Il Riformista”, Linda Tomasinsig, sindaca di Gradisca d’Isonzo, Sara Rosso, consigliera comunale di Udine, Lorella Bucci, responsabile di “Salaam Ragazzi dell’Olivo” di Trieste, Augusta De Piero, pacifista di Udine, Alessia Zambon, assessora alla cultura del Comune di Cervignano del Friuli, Davide Frusteri, referente di “IoAccolgo” di Pordenone, Paolo Iannacone, parroco di Trieste, Mohamed Bjid, imam della comunità musulmana di Udine, Roberto Criscitiello, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista, Massimo Resta, responsabile della “Comunità Emmaus” di Como.

Da venerdì 23 gennaio fino alla fine del mese, nel digiuno a staffetta si sono alternate personalità del mondo istituzionale (il consigliere regionale Furio Honsell e la consigliera comunale di Pordenone Laura Sartori), professionisti (la psichiatra Maria Angela Bertoni, i medici Duccio Peratoner e Federico Armani, il perito assicurativo Gian Luigi Zucchi), rappresentanti sindacali (Michela Martin, della segreteria CGIL di Udine), esponenti dell'associazionismo (Dino Spanghero, Antonella Lestani, Mattia Segatti, Fabio Passador dell’ANPI regionale e territoriale, Andrea Fregonese della Casa del Popolo di Pordenone, Elisabetta Tofful della Bottega Equo Solidale di Gorizia), ex insegnanti (Maria Grazia Visentainer e Maria Giovannozzi), la tutrice dei Minori stranieri non accompagnati di Trieste Ilaria Margherita e persone che hanno voluto aderire come semplici cittadine e cittadini (Francesca Peratoner e Massimo Bressan). 

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