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Cronaca

La "Dea Madre" della Mesopotamia trovata dai carabinieri di Udine

Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, restituisce all’Iraq un reperto archeologico di provenienza mesopotamica raffigurante, recuperato dai militari friulani del Comando Tutela Patrimonio Culturale

Nella mattinata di ieri, al Ministero per i beni e le attività culturali, il ministro Dario Franceschini, alla presenza del generale di Brigata Roberto Riccardi, ha restituito all’ambasciatrice irachena in Italia, Safia Taleb Al-Souhail, una statuetta muliebre raffigurante la “Dea Madre” afferente la civiltà mesopotamica Halaf, sviluppatasi nel periodo compreso tra il 5.900 ed il 5.100 a. C. L'opera era stata sequestrata dai Carabinieri del Nucleo Tpc di Udine proprio nel capoluogo friulano, dove era stata messa in vendita on-line da un privato. Il manufatto, di piccole dimensioni (9 centimetri x 3), era stato individuato dai Carabinieri del reparto specializzato nella prevenzione e nel contrasto dei crimini commessi in danno del patrimonio culturale, nel dicembre del 2017, nel corso del quotidiano controllo del web, su una piattaforma commerciale on-line. La statuetta era nell’inserzione come “rarissima”, “da museo”, di origine mediorientale, risalente a 7.000 anni fa. A una prima valutazione effettuata dai militari appariva evidente il particolare pregio anche perché l’effige era del tutto simile ad altre rappresentazioni simili della “Dea Madre” di provenienza mesopotamica. Gli accertamenti hanno consentito ai militari friulani di richiedere l’emissione di un decreto di perquisizione e sequestro del bene culturale – ottenuto – alla Procura udinese. Eseguito il sequestro, la figurina di terracotta è stata sottoposta a valutazione tecnica al Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Udine, che certificava la provenienza mesopotamica del bene ascrivibile alla cultura Halaf risalente al periodo ricompreso tra il 5.900 ed il 5.100 a. C., verosimilmente esportato illecitamente dal Medi Oriente. Il soggetto che la deteneva è stato denunciato in stato di libertà per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.

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