Civici Musei, tre dipinti del '400 tornano al loro splendore
Si tratta della “Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Antonio Abate” di Bicci di Lorenzo e il “Sant'Antonio Abate” e “Un Angelo” di Bartolomeo Caporali, tornati al loro splendore originale dopo un attento lavoro di restauro
La “Madonna col bambino e i Santi Giovanni Battista e Antonio Abate” di Bicci di Lorenzo e il “Sant'Antonio Abate” e “Un angelo” di Bartolomeo Caporali tornano al loro splendore originale dopo un attento lavoro di restauro. I tre dipinti su tavole quattrocentesche di area umbro-toscana e appartenenti alle collezioni della Galleria d'Arte Antica dei Musei del Castello di Udine saranno presentati, restituiti nel loro splendore originario, venerdì 9 marzo alle 18 nel Salone del Parlamento sempre in castello.
I lavori
L'intervento di restauro, avviato nel novembre 2016 e conclusosi nell’ottobre 2017, è stato realizzato grazie al progetto “S.o.s. Salviamo Opere Selezionate” dei musei udinesi e al prezioso sostegno della Fondazione Friuli. L'iniziativa, infatti, rientrava nel bando a tema “Restauro beni artistici anno 2015” che la Fondazione Friuli ha istituito in un’ottica di recupero dei beni artistici del territorio e prevedeva l’esecuzione di interventi di restauro su alcuni pregevoli dipinti su tavola quattrocenteschi di area umbro-toscana, appartenenti alle collezioni della Galleria d’Arte Antica del Castello di Udine.
I tre dipinti del '400 restituiti ai Civici Musei
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Restauro
L’evento sarà l'occasione, grazie a un intervento affidato a Francesca Tesei, anche per illustrare le operazioni di restauro e le risultanze della campagna diagnostica condotta sui dipinti, ma anche per ripercorrere, sulla base dei documenti d’archivio recuperati alla Galleria Nazionale dell’Umbria e all’Archivio di Stato di Perugia, la storia della dispersione dei frammenti, nonché quella del loro parziale ritrovamento. Il restauro affidato alle restauratrici dell’Arecon è durato quasi un anno ed è stato condotto in stretta sinergia e collaborazione con la Soprintendenza, la cui funzionaria e storica dell’arte, Elisabetta Francescutti, e la cui restauratrice, Catia Michielan, hanno seguito passo passo le varie fasi operative, suggerendo le metodologie di intervento. Ricerche condotte da Tesei hanno permesso inoltre di ricondurre i due frammenti a una pala smembrata già nel 1774, che apparteneva alla Chiesa di Santa Maria Maddalena a Castiglion del Lago (Perugia), detta “Pala dei Cacciatori”. In considerazione dell’eccellente qualità esecutiva dei due frammenti del Caporali, nel marzo 2017 la Soprintendenza ha ritenuto di protrarre i tempi di restauro, per consentire un’accurata campagna diagnostica, necessaria per un approfondimento tecnico, diagnostico e critico. Altre parti note della tavola sono oggi conservate in due collezioni italiane: la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia e la Collezione Federico Zeri di Mentana, tanto da rendere auspicabile, al termine dell’intervento conservativo, una mostra in due tappe (Udine e Perugia) di tutti i frammenti noti.
I documenti
Se per la tavola del fiorentino Bicci di Lorenzo (Firenze 1373 – 1452), l’arrivo ai Musei è ben documentato, facendo parte del lascito testamentario ai Civici Musei nel 1919 da parte del medico, musicista e raffinato collezionista di origine friulana Giuliano Mauroner, per i due frammenti di tavola di Bartolomeo Caporali (Perugia 1422 – 1499), montati entro un’unica cornice fino a prima dell’avvio dei restauri, le notizie circa le circostanze del loro ingresso nelle civiche collezioni sono di contro più lacunose.