"La convenzione per le Grotte è un conflitto di interessi e rinnovarla era illegale"
Continua la polemica rispetto alla chiusura delle Grotte di Villanova. Alle accuse del vicesindaco di Lusevera e gestore delle Grotte, Mauro Pinosa, risponde Cerno della minoranza in consiglio comunale
Una polemica destinata a lasciare il segno. A Lusevera il Comune è spaccato dopo la chiusura delle Grotte di Villanova, ma la minoranza affonda il colpo, dopo le dichiarazioni del vicesindaco Mauro Pinosa che aveva cercato lì i responsabili della situzione. “Sulla questione delle grotte di Villanova stiamo assistendo a un cortocircuito tragicomico: il presidente dell’associazione ex gestore delle grotte Mauro Pinosa si scaglia contro l’amministrazione comunale di cui lo stesso Pinosa è vicesindaco, perché la “sua” amministrazione ha osato pretendere il rispetto della legge italiana sull’affidamento di un bene pubblico", afferma il consigliere di minoranza Flavio Cerno.
La replica
"Appare a tutti evidente il conflitto d’interessi. Fino all’ultimo, l’amministrazione capeggiata dal vicesindaco Pinosa e al tempo stesso presidente dell’associazione ex gestore delle grotte ha cercato di insabbiare il problema: che la “convenzione” con il privato scadesse ad aprile 2023, lo si sapeva da vent’anni! L’amministrazione, tuttavia, non ha mai portato il caso in discussione in consiglio comunale, né predisposto in tempo utile il bando per l’affidamento", chiosa Cerno. "Come gruppo di minoranza abbiamo semplicemente interrogato il sindaco Paoloni sul perché non sia stato emanato alcun bando in vista della scadenza del contratto di comodato di affidamento delle grotte: non ci è stata data alcuna risposta. Tuttavia, non appena il sindaco Paoloni si è reso conto che anche la minoranza consigliare fosse a conoscenza del segreto di pulcinella è corso ai ripari, chiedendo la restituzione delle chiavi delle grotte al vicesindaco", spiega Cerno. Il consigliere di minoranza, inoltre, prova a spiegare anche il perché rinnovare la convenzione non sarebbe comunque stato possibile. "Già vent’anni fa sarebbe stato necessario affidare le grotte con un bando pubblico e non con un affidamento diretto a un’associazione privata e, per di più, a titolo gratuito. La legge era identica a quella oggi vigente: di conseguenza non risultava possibile per l’amministrazione prorogare un atto totalmente invalido", spiega. "Il risultato di questo enorme pasticcio dell’amministrazione Paoloni&Pinosa è che in piena stagione estiva le grotte siano ora chiuse. La lista di Pinosa, che in campagna elettorale aveva promesso un mirabolante rilancio turistico della valle, è riuscita a chiudere anche l’attrazione naturalistica più importante. È l’ennesima prova che i conflitti d’interesse e le furberie finiscano solo per danneggiare tutta la collettività”, conclude Cerno.