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botta e risposta / Beivars / Via Monte Sei Busi

"Con una politica seria di inclusione, quella che non fa prendere voti, abbiamo ridotto i residenti nomadi"

La replica dell'ex vicesindaco dem Carlo Giacomello alle accuse sull'inoperatività dell'ex giunta comunale sulla questione campo ronìm

Come una partita di tennis: uno batte, l'altra risponde. E via così. La questione campo nomadi è ormai terreno di scontro politico, dove maggioranza e minoranza in consiglio comunale si rimbalzano la palla a suon di proclami. "Questi rom non l'avranno vinta!", ha dichiarato in primis l'assessore alla Sicurezza Alessandro Ciani, ma per ora solo su Facebook. Ha ribattuto, sempre mezzo social, il consigliere comunale di Progetto Innovare Federico Pirone, dicendo che sono "ingiusti i comportamenti irregolari, ma si deve cercare il dialogo". La palla è poi passata alla capogruppo della Lega in consiglio comunale, Lorenza Ioan, che ha respinto a Pirone le ipotesi di dialogo nel caso in questo faccia rima con "compromesso". Sottolineando, inoltre, che lei non accetta consigli "da chi ha amministrato per anni Udine, ricoprendo anche ruoli in Giunta e che ha avuto tutto il tempo di gestire lunghi dialoghi e mediazioni per risolvere la situazione". Ed è qui che interviene l'ex vicesindaco Carlo Giacomello a cercare di fare un po' d'ordine. 

"Che faccia i conti di quanti erano i residenti in via Monte Sei Busi all'inizio dell'era Honsell (circa 150 se non ricordo male) e quanti sono adesso (mi sembra circa 30). Il calo è frutto di politiche continuative portate avanti innanzitutto dalla consigliera delegata ai Rom e poi assessore Antonella Nonino, rivolte all'inserimento dei nomadi in diversi contesti abitativi della realtà cittadina. Non abbiamo mandato via nessuno, né tanto meno minacciato o fatto la voce grossa. Abbiamo solo adottato politiche serie di inclusione, certamente non facili da gestire nell'immediato, ma che nei lunghi periodi e con la costanza hanno dato i loro frutti. Certamente è una politica che non fa prendere voti rispetto a quella del gridare al lupo al lupo ai quattro venti e fare la voce grossa tutto sommato con i deboli. Ma è questo che deve fare la politica, e noi l'abbiamo sempre fatto e lo faremo di nuovo se ci verrà data la possibilità".

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