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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Carcere di Udine: progetti di inclusione e reinserimento lavorativo

Il Comune ha firmato un protocollo con vari enti, tra cui l'Azienda sanitaria, per garantire un trattamento più dignitoso a detenuti ed ex detenuti attraverso stage, laboratori, tirocini e lavoro

Promuovere un trattamento penitenziario umano, non discriminatorio e rispettoso della dignità individuale nel rispetto dei precetti costituzionali a favore di persone detenute, in esecuzione penale esterna, ex-detenute o a disposizione dell’autorità giudiziaria minorile. Sono le finalità del protocollo d’intesa per la definizione di percorsi di reinserimento ed inclusione sociale a beneficio di persone detenute, in esecuzione penale esterna, ex-detenute o a disposizione  dell’autorità giudiziaria minorile. Molti gli enti pubblici e privati che si sono impegnati in questo progetto, a partire dal Comune di Udine in qualità di ente gestore del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese.

“Si è più efficaci se si impara gli uni dagli altri – dichiara il sindaco di Udine, Furio Honsell – e per questo sono molto lieto si sia riusciti ad arrivare alla firma di questo importante protocollo. Stiamo vivendo  in un momento di recessione, il che comporta una minor distribuzione di risorse alle persone e una società sempre più soggetta a spinte centrifughe e sottoposta a stress. Ecco perché iniziative come questa, che tendono a rendere molto più rapide determinate progettualità, è sempre più utile e urgente”.

Destinatari del protocollo d’intesa sono le persone detenute nella Casa Circondariale di Udine e le persone, adulte o minorenni, in esecuzione penale esterna, ex-detenute o a disposizione dell’autorità giudiziaria minorile, residenti o presenti sul territorio del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale n. 4.5 dell’udinese (Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Pozzuolo del Friuli, Pradamano, Tavagnacco e Udine).

Diverse le azioni che si prevede di attivare. Si va dall’informazione, orientamento o segretariato sociale che possono essere assicurati, sia all’interno, sia all’esterno dell’Istituto Penitenziario, da enti pubblici e/o privati specializzati, fino alla formazione professionale o l’inserimento lavorativo. In particolare quelli individuati dall’Amministrazione Penitenziaria o della Giustizia Minorile, per favorire l’accesso a percorsi mirati di inserimento attraverso stage, tirocini formativi, borse di formazione lavoro, work experience, laboratori artistici/culturali, lavori di pubblica utilità. Ma anche azioni di giustizia ripartiva e di mediazione penale come, ad esempio, lavori socialmente utili, lavori di pubblica utilità o altre attività di utilità sociale da svolgersi presso la comunità locale.

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