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Cronaca

Stop alle auto in centro, depositate le firme per chiedere il referendum

Il “comitato Autostoppisti” ha consegnato 174 sottoscrizioni per proporre il quesito utile a ricostituire la Ztl in via Mercatovecchio. «L'apertura indiscriminata danneggia tutti»

«Il centro storico deve rinascere dalla zona a traffico limitato a partire da una delle strade simbolo: via Mercatovecchio. L'apertura indiscriminata alle auto non garantisce ai cittadini di muoversi liberamente e in sicurezza, non rispetta l'ambiente e la bellezza dei luoghi, non rende attrattivo il centro e non rispetta le persone». Parte da queste premesse il neo costituito “Comitato Autostoppisti", i cui promotori sono Ivano Marchiol, Laura Frattasio e Veronica Sauchelli, che come primo passo per arrivare alla ricostituzione della ztl ha depositato oggi le firme per un referendum consultivo per ricostruire la zona a traffico limitato.

Il quesito

"Volete voi che nelle vie Mercatovecchio, Manin, Prefettura(nel tratto compreso tra via Manin e via Lovaria), Sarpi, Valvason, Portanuova, della Banca, Molin Nascosto, Palladio, Stringher, Savorgnana (nel tratto compreso tra via dei  Calzolai e via Stringher) piazzetta Valentinis, piazza della Libertà, Vittorio Veneto ( nel tratto compreso tra piazza della libertà e l'oratorio della Purità ), piazza del Duomo,(nel tratto compreso tra via Vittorio Veneto e l'Oratorio della Purità), piazza Marconi, riva Bartolini, piazza San Cristoforo, Florio, Sillio, Caiselli venga istituita una zona nella quale il traffico veicolare di privati sia vietato salve specifiche deroghe?" Questo è il testo del documento depositato in Comune, accompagnato dalle firme necessarie per richiedere l'ammissione del referendum stesso. Poi, il passo successivo dettato dalla procedura prevista dallo statuto comunale riguarda la raccolta di 2mila firme per permettere che il referendum possa essere effettivamente svolto.

Perché dell'iniziativa

«Lo strumento del referendum – affermano Marchiol, Frattasio e Sauchelli – è un'importante opportunità di partecipazione cittadina. Il centro di Udine è un bene di tutti, non solo dei residenti del centro o di chi vi lavora. Vogliamo un centro che sia più moderno, si avvicini alle altre città italiane ed europee che hanno abbracciato delle politiche urbane sostenibili, con tutte le positive conseguenze anche economiche. Un centro cittadino bello, pulito, funzionale e a misura di tutti. Insomma, un gioiello restituito ai cittadini e ai turisti». Secondo i promotori del referendum, «la riapertura al traffico rappresenta un grave passo indietro nel campo della mobilità urbana sostenibile e in quello della valorizzazione del centro, un atto inutile e dannoso, sia ai fini ambientali, sia di una reale riattivazione del centro».

La presentazione dell'iniziativa

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La politica

«Il nostro compito, con questo referendum, non è formulare un piano di mobilità, dicono gli attivisti. Questo spetta alla politica, alla Giunta e al Consiglio. Noi riteniamo però che sia doveroso chiamare i cittadini a esprimersi su un argomento così determinante per la città al fine di indicare la direzione verso la quale debbano lavorare. Sarà poi compito della politica fornire delle proposte complessive e circostanziate, tenuti conto i vari aspetti e interessi coinvolti, ma il punto di partenza imprescindibile è che le auto debbano stare fuori dal centro storico. Noi crediamo che la direzione debba essere quella di una mobilità sostenibile che significa soddisfare i bisogni dei cittadini di muoversi liberamente, di accedere ai luoghi senza sacrificare valori umani ed ecologici essenziali. L’accesso indiscriminato delle auto private in centro storico non è un elemento compatibile con nessun piano di mobilità sostenibile».

Il passato

I tre promotori non risparmiano l’amministrazione passata: «Siamo di fronte a questioni che da anni affliggono il centro cittadino. Udine soffriva già da tempo di un certo ritardo e l’azione della politica negli ultimi anni si è dimostrata insufficiente in questo campo. Il problema però è che l’atto di recente varato dalla giunta, invece di sanare le manchevolezze della città in tema di mobilità sostenibile, con tutte le conseguenze positive che questa porterebbe, ha deciso di andare in direzione diametralmente opposta, favorendo valori e comportamenti incompatibili con essa». In sala erano presenti tra il pubblico i consiglieri comuali Alessandro Venanzi, Enzo Martines, Federico Pirone, Lorenzo Patti, Monica Paviotti, Cinzia Del Torre e il coordinatore di Innovare Massimo Ceccon.


 

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